-
foolys.
User deleted
Prima di leggere un qualsiasi articolo di questa sezione invito a leggere l'Introduzione apposita (in pratica le precauzioni per l'uso) QUI.
Ricordo inoltre che la riflessione che segue è apparsa per la prima volta sul mio blog e il tono confidenziale è dovuto strettamente a quello.
Puoi leggere i precedenti articoli QUI
Mi sembra di fare il fumettista da una vita. Confondo ancora certi fumetti che facevo "solo per me" a scuola con quello che faccio adesso; il passaggio alla professione è stato graduale, e a volte mi stupisco di non esagitarmi troppo alla vista di una pubblicazione nuova, chissà perchè...
Fatto sta, che dopo quasi dieci anni che pratico questo settore in cui ho investito tutta la mia vita (conto gli anni a partire da quando ho ricevuto i primi pagamenti) ho iniziato a vedere le cose in maniera diversa.
La voglia e la passione sono rimaste intoccate, ma lo sprezzo per il pericolo inizia ad affievolirsi, e così è da un pò che rifletto su certe variabili che prima non è che non calcolassi, ma semplicemente non avevo la minima idea che esistessero.
La variabile più importante, che all'inizio si ignora brutalmente, è il tempo.
A braccetto col tempo va un'altra variabile: la resistenza.
Troppo spesso si punta ad arrivare a vette altissime, vette che in realtà non è difficile raggiungere, come la pubblicazione di un proprio progetto, ad esempio, e si crede di essere perciò grandi autori alla vista di un proprio fumetto pubblicato.
Sensazione che svanisce dopo un anno, figuriamoci dopo due, tre o più.
Col fumetto non si campa di rendita, figuriamoci di quella morale.
Io, per fortuna, ho sempre mantenuto i piedi per terra, e anche se ho prodotto due o tre cose che avrebbero fatto la gioia di un esordiente, sinceramente, me ne fotto.
Quello che conta in questo benedetto mestiere non è COSA si fa ma QUEL che si fa e per QUANTO la si fa.
Io sto resistendo da quasi dieci anni, e anche se non sono di certo famoso e son quotato meno di qualcuno che è approdato in questo territorio anche dalla metà del tempo, so di avere raggiunto già un grande risultato.
Ecco, di questo sì che vado orgoglioso.
Il fumettista è pur sempre un artigiano, basta dare una sfogliata alla breve Storia del Fumetto per scoprire come praticamente tutti gli artisti "importanti", quelli che ricordi a 30 o più anni di distanza, abbiano in realtà lavorato per tutta la vita anche su serie di poco conto.
Purtroppo negli ultimi anni si è creato il falso mito che il fumettista possa essere un fenomeno mediatico, falso mito creato ovviamente da veri artisti che sono riusciti ad esserlo, ma arrivare a quel punto non è nenche lontanamente lo standard, ma una benedetta eccezione.
Ci si vede fra altri dieci anni.. -
DanieleVessella.
User deleted
Quoto in toto il discorso di foolys.
Io reggo da sei anni e, nonostante i risultati che farebbero impazzire un esordiente, non mi sento arrivato da nessuna parte. Anzi, voglio pubblicare sempre di più per espandere la mia scrittura a 360°.. -
Kira85.
User deleted
CITAZIONE (foolys @ 11/5/2008, 17:51)e si crede di essere perciò grandi autori alla vista di un proprio fumetto pubblicato.
Sensazione che svanisce dopo un anno, figuriamoci dopo due, tre o più.
Se si è tipi con i piedi per terra... il rischio dell'eccessiva esaltazione è che si creda di essere "arrivati" e di non impegnarsi più con il dovuto impegno. Ne ho vista di gente che persino senza essere pubblicata su carta ad un certo punto decidevano di essere arrivati, di non avere più bisogno di corsi, manuali ecc.
Ed è triste perché spesso queste persone avevano talento, bravura e di colpo per una piccola o momentanea conquista credono di avere toccato le vette del successo e di avere finito con lo studio e i sacrifici.
Io ancora sono totalmente fuori dal campo del fumetto professionale ( ) ma spero di non farmi stregare da eventuali pubblicazioni (se mai riuscirò ad ottenerle).
Alla fine contano le conquiste a lungo termine e bisogna ricorda e capire DAVVERO che non si arriva MAI sulla vetta a riposarsi completamente. Se ci si distrae poi cadi dall'altro lato della vetta e rotoli giù. -
giac-.
User deleted
CITAZIONE (foolys @ 11/5/2008, 17:51)Quello che conta in questo benedetto mestiere non è COSA si fa ma QUEL che si fa e per QUANTO la si fa.
Io sto resistendo da quasi dieci anni...
...20 anni.
Fama? Chi mi conosce?
Premi? Nessuno ...anzi no...uno all'isola...di cui ero editore e ideatore...quindi un po' mio lo è.
5 auto , 1 casa , 1 avventura editoriale indipendente ( L'isola ) costatami 30 milioni delle vecchie lirette ( debito al 50% col mio socio di allora ), 1 matrimonio , 2 figli , 1 divorzio ...qualche viaggetto in giro per il mondo , donne ...parecchie , ma quello non per i fumetti ma perchè seu tarado!
Però ...se avessi fatto qualunque altro lavoro, avrei disegnato sempre e comunque nel tempo libero come ho sempre fatto dai tempi del vasino a quelli della scuola...
Però...ho lavorato / lavoro con quelli che erano stati i miei miti dell'adolescenza Bonvi e Silver...
Però...se non avessi fatto il fumettaro, non sarei riuscito a strappare dalla fabbrica di salumi il buon casty
Considerando infine che la mattina ci si sveglia quando ti pare , che i weekend li lavori quasi tutti , che non sai mai di preciso cosa prendi il mese dopo ...non è male!
Ci si vede tra altri 20!
. -
Lady Myv.
User deleted
io sn ancora molto lontana dalla professione di fumettista,perciò nn posso dire cm mi comporterei alla vista di un mio fumetto pubblicato...ma so per certo quale sia la mia passione piu grande: rakontare attraverso i miei disegni.
percio sia ke diventi famosissima cn i miei lavori,sia ke nn mi conoscerà mai nessuno,nn smetterò mai ne di disegnarli ne di cercare di migliorarmi; xke anke solo vedere uno piu bravo d me, mi fa desiderare d migliorarmi,perciò visto ke c'è sempre qualkuno piu bravo,nn m fermerò mai!
la cosa piu importante secondo me nn è tnt pubblicare ma qnt essere felici nel fare cio ke ci piace..poi se diventa anke un buon mestiere meglio!
ma pensiamoci,è la fama ke c ha spinti finora? io credo di no....ciò ke c ha spinti era la passione, era "il sogno"...
(l'ultima frase era proprio degna di Rufy(One Piece)XD). -
Jeff Hawke.
User deleted
Giac! Io ti conosco! Il pazzo che si ricordava di Robi!
Non sono una ragazza, non sono importante, però ti conosco:)
Scusate l'OT,
Simone
Jeff Hawke. -
giac-.
User deleted
CITAZIONE (Jeff Hawke @ 14/5/2008, 01:08)Giac! Io ti conosco! Il pazzo che si ricordava di Robi!
Non sono una ragazza, non sono importante, però ti conosco:)
Scusate l'OT,
Simone
Jeff Hawke
...peeeeeeeeeeeeeccato...sorella/amiche carine, noooooo?
Grazie del pensiero!. -
inuyasha80.
User deleted
Secondo me è facile ai primi risultati poter pensare di essere già arrivati: in realtà un vero professionista deve capire che non si deve mai fermare e non deve dormire sugli allori.
^^ Parlo così pur non essendo professionista, ma noto che anche nel campo dei dilettanti ci sono molti che dicono che sei bravo mentre magari a te che disegni sai che non hai fatto nulla: però se uno si facesse fuorviare da queste sirene non si impegnerebbe più. Cosa da evitare assolutamente!. -
foolys.
User deleted
eggià.......... . -
SAMURALE.
User deleted
la penso come foolys...
anche se io la vivo come una missione..un mio bisogno di comunicare indipendentemente dai soldi che ci faccio.
questo presupposto fa di me un eterno mai "arrivato" nel senso che con il crescere della mia persona per forza di cose mi adatto a crescere anche a livello professionale...
una sorta di autocontrollo automatico.. -
Enry84.
User deleted
Quoto tutto l'articolo, ma personalmente non vorrei i miei fumetti pubblicati per sentirmi una grande autrice, ma per guadagnare e quindi vivere su qualcosa che adoro fare con tutto il cuore. Quindi alla fine non sarebbe che una scelta di comodo. O: . -
foolys.
User deleted
hai detto una grande frase che a molti all'inizio non piace, perchè sembra eticamente sbagliata, ma se non è amore cercare di vivere col disegno... . -
inuyasha80.
User deleted
Io pure concordo con Enry e non mi sembra una frase eticamente sbagliata.
Vivere dignitosamente grazie alla propria passione e quanto di meglio ci si possa augurare.. -
sakkina.
User deleted
ragazzi miei è vero vedersi pubblicati non significa essere arrivati
ma è cmq importante
perchè ti invoglia a fare di più
a dare il meglio
non è essere arrivati è un essere promossi alla fase successiva
credo
io non sono daccorso sul fatto che se disegno qualsiasi cosa e mi fa campare sono appagato
non è il disegno la mia passione
è un determinato genere di narrazione
il resto può essere tecnicamente ammirevole però a me non attira per nulla
certo disegnerei cose che non apprezzo per soldi
ma non sarebbe il mio scopo di vita
non capisco tutto questo pessimismo sul fatto che i fumettisti che fanno fumetto d'autore sono stati benedetti
si un po' di fortuna cè
ma mi sa che si sono anche fatti tanto culo per arrivare al loro livello
e io ho intenzione di farmi il culo pure io
se no che senso ha
lo dite voi non si è mai arrivati
ma io tendo a quello e prima di arrivare a quello non mi sentirò mai contenta
a prescindere dallo studio e dalla pratica e dall'esperienza, che non ho ancora però è proprio in quello che voglio impegnarmi al massimo
lo dice una che apprezza solo grafic novel e poco altro
che di tutta una fumetteria salverebbe solo i COCONINO PRESS
. -
foolys.
User deleted
beh, ricorda bene che igort, il creatore della coconino press, ha lavorato per anni in giappone portando con sè, e lo dice più volte, riferimenti, influenze (artistiche e professionali) di un mercato che va contro il concetto canonico di artista.
osamu tezuka è un artista a pieno livello, ma non lo sarà mai quanto un Mattotti, solo perchè, a conti fatti, Mattotti è più figo, e non per altro, dimenticando la profondità di moltissime sue opere.
tezuka è solo un esempio ovviamente, e produceva una quantità di pagine al mese in cui spesso e volentieri la qualità generale della pagina andava a quel paese, con anche storielline di poco conto, ma quel che conta di un artista è la sua produzione, il suo spirito.
se hai lo spirito giusto puoi far tutto con gusto, dal bonelli alla coconino, questa seperazione netta fra case editrici è il primo male che abbiamo in italia.
ci sono capolavori fra le pagine di dylan dog tanto quanto fra quelle di Seth, ricordalo..