L'angolo che scotta: Esser Bravi non conta una Pippa

Ovvero le 4 categorie che non andranno mai avanti

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  1. foolys
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    Prima di leggere un qualsiasi articolo di questa sezione invito a leggere l'Introduzione apposita (in pratica le precauzioni per l'uso) QUI.

    Ricordo inoltre che la riflessione che segue è apparsa per la prima volta sul mio blog e il tono confidenziale è dovuto strettamente a quello.


    Più passa il tempo, e sempre più spesso mi son trovato a rimuginare su talenti o qualità sprecate...sapete, quando conoscete qualcuno che sa fare qualcosa benissimo e che o non si applica proprio o non si applica nella maniera giusta, o è troppo pigro o ha troppa poca fiducia in sè stesso.
    Sono quattro varianti, ognuna diversa dall'altra, che però purtroppo convergono sulla stessa strada diroccata.

    Il primo tipo merita la sua sorte disperata, merita di riguardare con dolore e rimpianto i suoi disegni a 50 o 60 anni, e dovrebbero inventare apposta un macchinario che estirpi dal loro cervello tutto il loro talento per farlo confluire all'interno di qualcun'altro (me, ad esempio).

    Perchè, sia chiaro, il talento esiste, è merce rara, ma del talento a solo non te ne fai nulla, e a questa prima categoria appartengono quasi solo talenti, viziati dal loro essere stati superiori agli altri all'incirca fino all'adolescenza, che non hanno mai mosso un dito, non dico presuntuosi, ma comunque troppo sicuri di sè per permettersi di "ricominicare da zero" al momento opportuno.

    La seconda tipologia è quella che più mi rende impotente, ci sono materie in cui si va benissimo e altre in cui si è una chiavica, non significa essere stupidi, solo non è possibile eccellere realmente in tutto, così, anche nel fumetto, esistono certi procedimenti mentali che se non si afferrano poco puoi fare. In questo caso è l'istintività a fare da padrona, e davvero ho visto gente che anche dopo anni non si rendeva conto di piccolezze, particolari, forse elementi microscopici, ma fondamentali per essere professionali.

    La terza categoria fa davvero incazzare. Sono quelle persone interessate, bravissime, che non mollano del tutto, ma che in realtà non fanno nulla, producono una tavola ogni due anni, parlano parlano, hanno idee grandiose, esaltanti, e ti portano sempre a pensare "finalmente farà sul serio, è il momento giusto", e poi sono sempre lì, seduti allo stesso posto, magari simpatici, senza presunzione, però stanno lì, fermi, senza muovere un dito.

    La quarta specie mi deprime, mi intristisce, mi uccide le giornate. Sono quel tipo di persone che si costruiscono attorno un muro di problemi, che probabilmente sono dotatissime, ma che si scoraggiano al primo tentativo sbagliato, e all'inizio i primi tentativi sono SEMPRE sbagliati, che non sanno andare avanti, che vogliono essere accompagnati in ogni passo ma nonostante tutto torneranno sempre indietro, per poi sparire un giorno nel nulla, addirittura senza farsi più sentire, perchè a quel punto considereranno un fallimento anche quello, e, anzichè fare tabula rasa, accumuleranno potenziali fallimenti, e col passare degli anni andrà sempre peggio, si sentiranno inferiori a tutto e a tutti, figuriamoci quando giungeranno ad una età in cui potranno pure fare discorsi relativi al tempo sprecato, al tempo che passa etc...

    Fino a qualche tempo fa mi struggevo per tutti loro, mi battevo a spada tratta per cercare di aiutare, di spingere, di supportare, di incoraggiare, e questo continuo a farlo, ma non mi struggo più, non voglio più farlo, è un fardello troppo pesante da portare, e nello stesso tempo, dopo avere accumulato una lunga lista in tutte e quattro le categorie, ho cinicamente riflettuto che non c'è posto per tutti, non c'è posto neanche per me forse, che mi sbatto dalla mattina alla sera, figuriamoci per chi non si sbatte, non è possibile, non è immaginabile che TUTTE le persone dotate o appassionate possano far parte di questo lavoro, la selezione naturale è altissima e bisogna afferrarsi con unghia e denti per un tempo lungo e difficile da sopportare.

    Ma nessuna delle quattro categoria sopra citate dovrebbe dimenticare che anche se non si fanno fumetti professionalmente, tutto il giorno, è possibile sfruttare la propria capacità ugualmente, magari per scrivere o disegnare anche solo un episodio nella propria vita.

    Non sarebbe un fallimento farlo per hobby, assolutamente, il fallimento, o addirittura il PECCATO, è non farlo del tutto, metterlo da parte pensando che o si sarebbe fatto a tempo pieno o niente, una sorta di "non lo faccio a tempo perso perchè mi ricorda che potevo farlo di più", una paura legata all'orgoglio che potrebbe essere in seguito fonte di grande dispiacere.
    Riflettiamoci.
     
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  2. Seila
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    Heilà :)

    Un qualcosa di simile l'avevo già letto nel tuo blog, e ogni volta che ti sento parlare dell'argomento non posso non capirti.

    Io stessa mi definisco "una che potrebbe fare di più ma non ci crede/si fida dei risultati", ma conosco come minimo una persona, secondo me dal grandissimo talento, che ha mollato tutto (infatti non disegna più, o lo fa rarisssimamente), perchè si è fatta i conti in tasca (come me) e ha capito che è difficile campare di questo lavoro.

    Ovviamente l'ho tipo pregata in ginocchio e cerco sempre di farle tornare il lume della passione per il disegno, ma ormai ho perso le speranze.
    Che poi a volte mi vien da pensare che se fosse stata davvero una passione non l'avrebbe mai mollata e al massimo l'avrebbe tenuta per hobby.

    Io non riuscirei a resistere molto senza disegnare °_°; è dal 96 che tengo una matita e scarabocchio, ormai non potrei mai smettere.

    Cmq, tornando davvero in topic, penso che lo scopo di questo sia far riflettere le persone no? Metterle davanti alla verità di come va la vita.

    Io penso che tenacia, costanza e voglia di imparare siano le 3 qualità caratteriali di base che servono per fare questo lavoro.
    Tenacia, per non arrendersi di fronte a tutte le sconfitte, più o meno grosse, e a tutte le piccole o grandi difficoltà.
    Costanza, perchè, è inutile spiegarlo, se non disegni il più possibile e tutti i giorni, non vai da nessuna parte.
    Voglia di imparare, per non fossilizzarsi su quello che si sa già fare e girarci intorno ma per cercare ogni giorno di superare una lacuna, anche quando si è a livelli di perfezione. Quando si raggiunge un livello alto non ci si deve arenare, ma si deve sperimentare per aggiungere qualcosa di unico allo stile.

    Facendomi un'autoanalisi negli anni ho capito che la mia costanza non basta. Le tonellate di schizzi che ho a casa non sono bastate.
    La mia tenacia poi non è molto grande perchè io stessa non credo nelle mie capacità. Quindi non ho avuto la forza di scavalcare questo ostacolo, e perciò non si può ritenere che la mia tenacia sia abbastanza.
    Non credendo poi nelle mie capacità denoto insicurezza, la stessa insicurezza che mi fa pensare che comunque, anche se fossi brava e talentuosa, riuscirei a campare di questo lavoro.
    E qui si ritorna al discorso tenacia, che se fosse più forte azzererebbe l'insicurezza.

    Anche la mia voglia di imparare non basta. Troppa poca per colmare tutte le lacune. E soprattutto ormai il tempo è passato e la vita è cambiata e con questo anche ritmi e tempi, che son ristrettie inadeguati.

    Dopo le qualità caratteriali di base ci vuole il talento...
    I talenti si possono scoprire in varie sfacettature.

    Talento nel creare qualcosa di nuovo, talento nell'apprendere in fretta e saperlo applicare al disegno, talento di riuscire a modificare la realtà e a trasferirla su carta in modo adatto, talento nell'inventare storie, talento nella manualità, talento nel mettere in evidenza le cose essenziali, talento nel sapersi organizzare il lavoro.... eccetera eccetera

    Diciamo che il talento è quello che rende tutto "più facile".

    Però non è detto che senza talento non si può andare da nessuna parte.

    Lo studio, e le caratteristiche di cui parlavo prima, secondo me possono portare una persona a fare molto.

    Non so se l'intervento sia pertinente, ma penso che se c'è una persona che sente che la mia esperienza assomiglia alla sua in qualche maniera... beh o si dà da fare per aumentare la tenacia, o si renderà conto che il disegno può solo rimanere uno stupendo hobby.
     
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  3. c a t i ::
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    chiappo e incasso
     
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  4. sakkina
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    la categoria che non sopporto io è invece quella di chi non ha il coraggio di stracciare un suo disegno
    odio chi si affeziona ai propri disegni
    ogni giorno si migliora ogni giorno si cresce
    io i miei li butterei via anche tutti se n servissero a farmi capire il progresso che faccio e se c'è
    chi si concentra su un singolo disegno e dopo 2 anni te lo rifà vedere secondo me non ha capito tanto
    poi per il resto non sopporto nemmeno me che sono pigra più che altro devo imparare la precisione
    ma la odio
    odio i risultati di un lavoro fatto per benino
    come se esistesse il canone del disegno bello
    si beh ci vuole la tecnica e tutto quanto ma ognuno deve sapersi esprimere attraverso il suo patricolare modo di disegnare
    se un giorno disegnassi Tex per esempio
    ok che bello sono un grande disegnatore ecc ecc
    ma lo reputo un lavoro artigianale

    so che molti non approvano quello che ho detto ma la penso così
    poi è chiaro che per mangiare un disegna anche fuori dal suo stile
    ma io non mi sentirei soddisfatta più di tanto
     
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  5. foolys
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    ti assicuro che se non lo provi non lo puoi dire.

    come una donna che ha rifiutato per tutta la vita l'idea di avere un bambino, e quando ce l'ha vede tutto in prospettiva diversa, tu non puoi dire adesso che non ti sentiresti soddisfatta senza aver fra le mani il frutto del tuo lavoro.

    ti assicuro che fare qualcosa di "diverso" da quel che credi tu adesso sia adesso il tuo unico obiettivo (perseverare un unico stile etc etc), nel monento in cui ti trovi fra le mani quella pubblicazione cambi prospettiva, e ti sentirai orgogliosa e soddisfatta di avere fatto qualcosa che anzi ti ha stupito, qualcosa che in fin dei conti ha pur sempre a che fare con la tua passione: disegnare.

    io non voglio avere un mio stile - quello viene dopo - io voglio fare fumetti.

    poi, alla fine, ci sono mamme che non vorranno mai per davvero un bambino, ma possono dirlo davvero solo dopo averlo avuto.

    ragionare su unico stile è una lotteria, devi avere il culo di possedere PER DAVVERO qualcosa di terribilmente originale che ti fa aprire le porte di tutti gli editori del mondo (vedi: la satrapi con persepolis). ma davvero ti senti adesso in grado di dire che hai una forza di stile tale da non volerti mai e poi mai "abbassarti" a quello che, se vuoi che diventi un mestiere, è pur sempre un mestiere (come dici tu) artigianale?

    e cosa c'è di male nell'essere un mestiere artigianale?

    noi produciamo un prodotto, il fumetto, non per noi stessi, ma per un pubblico.
    siamo artigiani dunque.

    riallacciandosi dunque al topic originale, si parla proprio del mestiere di fumettista, non del disegnare fumetti e basta, e questi sono ragionamenti legati a chi vuole intraprendere la carriera del fumettista come mestiere.
     
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  6. Lulu the Subversive
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    Forse quello che intendeva Sakkina con "lavoro artigianale" è, in realtà, il lavoro "spersonalizzato".
    Termine bruttissimo ma che credo renda l'idea di uno stile di disegno che in Italia va per la maggiore per quel che concerne il fumetto popolare (bonelliano).
    Naturalmente c'è chi non si ritiene in grado di adeguare il proprio stile a quello che vogliono le case editrici. Io sono fra loro. Almeno così mi dice l'orgoglio.
    Forse si diventa "mestierante" del fumetto, quando il tuo stile si adegua così tanto a quello mainstream, che se mostri a un nuovo lettore un volume disegnato da te e uno di qualcuno altro, non riesce a distinguerli.
    Per qualcuno può essere triste e svilente, ma tanto per cominciare, come dice Foolys, se hai potuto mostrare a qualcuno un volume disegnato da te è già una vittoria da non sottovalutare.
    Anche io, in un angolino del mio spirito edonista, potrei dire: no, voglio disegnare sempre e solo nello stile che piace a me. Ciò non toglie che, se mi si offrisse di lavorare per una casa editrice, adeguandomi a qualcosa di più "banale", lo farei.
    Comunque, e da qualunque punto di vista si guardi, non vale la pena di smettere di disegnare.
    Io credo di ricadere in una delle quattro categorie esposte da Foolys; però, comunque vada, voglio che il disegno per me resti COME MINIMO un bellissimo hobby.
    Se riuscirò ad uscire da quella categoria, qualcosa cambierà e allora si vedrà.
    Ma fino ad allora, non ho intenzione di mollare.
     
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  7. foolys
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    esattamente :) nessuno si deve sentire puntato il dito addosso ovviamente, anzi, lo scopo di quel che dico su dovrebbe essere appunto stimolare verso una visione che potrebbe sembrare materialista, ma che invece dipende strettamente dal tempo, e purtroppo col tempo le prospettive cambiano.

    dopo aver visto amici su amici mollare la propria passione proprio perchè insistevano solo da una parte, e non avevano ancora raccolto nulla e adesso si accontentano di lavorare, chessò, in un call center, e tornano a casa stanchi e non hanno neanche più la voglia di disegnare...insomma...mi vien la tristezza.
     
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  8. kettyformaggio
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    CITAZIONE (Lulu the Subversive @ 22/3/2008, 18:27)
    Forse quello che intendeva Sakkina con "lavoro artigianale" è, in realtà, il lavoro "spersonalizzato".
    Termine bruttissimo ma che credo renda l'idea di uno stile di disegno che in Italia va per la maggiore per quel che concerne il fumetto popolare (bonelliano).

    OT

    Scusa se estrapolo slo una parte del tuo discorso, ma mi ha proprio fatto arricciare il naso. No, non è vero che i disegnatori alla bonelliana (ma ci si mette dentro tutti i fumetti nazional popolari della star comics e della eura) non hanno un forte carattere. Eccheccaspita! :explo:

    fine OT

    Davvero, io penso che chi ama questo mondo un certo punto dica a se stesso:
    "ok, mi impegno al massimo, faccio sacrifici, alla fine riuscirò a campare con il mio lavoro e riuscirò anche e fare cose che mi daranno soddisfazione artistica!"

    Guardate, ma avete idea di quante volte penso che magari le ragazze al supermercato qui sotto anche se si spezzano la schiena poi quando tornano a casa almeno hanno un pò di sicurezza, uno stipendio e non devono stare a pensare alle consegne anche la vigilia di pasqua? Lo penso SEMPRE.

    Ma se è vero che la vita è fatta di sacrifici, io preferisco farla per una cosa che amo. Perdipiù io fin da bambina mi resi conto che il disegno era un mio talento (no, non mi vanto, ora so di essere molto meno valida di molti altri, ma non si può negare che io sia portata più della media degli esseri umani al disegno), come guardarmi allo specchio sapendo di non aver investito nel mio talento di Bambina?
     
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  9. Lulu the Subversive
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    CITAZIONE (kettyformaggio @ 22/3/2008, 19:23)
    Scusa se estrapolo slo una parte del tuo discorso, ma mi ha proprio fatto arricciare il naso. No, non è vero che i disegnatori alla bonelliana (ma ci si mette dentro tutti i fumetti nazional popolari della star comics e della eura) non hanno un forte carattere. Eccheccaspita! :explo:

    Risposta doverosa all'OT...
    Non volevo affatto sminuire il lavoro, il talento o lo stile bonelliano. E' però innegabile che per disegnare i fumetti di casa Bonelli non puoi allontanarti troppo dal seminato (così mi dissero due insegnanti della SRF).
    Ma è anche vero che i disegnatori alla bonelliana, così come i disegnatori manga ad esempio, si differenziano tra talentuosi (che quindi riescono a restare fedeli sia al proprio stile personale, che ai requisiti della casa editrice) che mediocri (che sanno solo disegnare in maniera meccanica copiando lo stile del disegnatore esemplare).
    E' così in tutto il mondo, a oriente e a occidente :)
    Fine OT e mille scuse a Ketty se si è sentita offesa ma non era davvero mia intenzione :oops:
     
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  10. kettyformaggio
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    Non mi sono offesa tesoro! ^__^
    E' solo che continuo a non essere d'accordo con te. Haimè...
    ma questo non è argomento della discussione in atto, quindi magari in seguito ne parleremo in un'altra sede! :)
     
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  11. sakkina
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    allora precisiamo
    -non ho detto che ho uno stile vincente ne sviluppato la massimo
    questo lo so

    -io credo che il fumettista non deve solo pensare mi piace disegnare e quindi ogni cosa che mi danno da disegnare la faccio con lo stesso trasporto. io penso che il fumettista prima del voler fare il bel disegno voglia RACCONTARE. avere dentro di se qualcosa che lo spinge a raccontare nel suo modo.

    -lavorarei per altri solo per soldi se è una serie che n mi piace:
    non sono ancora nulla ma so quali sono le storie che mi piacciono e gli stili che mi piacciono.so quelli che sono fatti alla perfezione ma vederli o non vederli n mi da nessuna differenza

    però ognuno vede la sua vicenda in modo diverso, io vorrei un giorno essere un artista
    speriamo
    poi tanto di cappello a chi sa disegnare bene tutte le cose buon per lui
    preferisco n prendere soldi
    ma vivere bene la mia passione

    parlo da piccola inesperta ma che n molla mai quindi non badilate quello che dico a prescindere perchè n sono ancora nessuno
    perchè divento qualcuno o muoio
    sto impegnandomi al massimo in quello che faccio
     
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  12. Slammy Sjoth
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    Io potrei inserirmi nelle ultime due categorie.
    quando ho scuola, purtoppo sto sempre a studiare, ma quasi tutti i giorni riescoa disegnare un'oretta, o durante le lezioni. d'estate invece (chissà perché <_< ) non faccio quanto potrei fare, ma almeno mi impegno di più che nel periodo scolastico.
    Le persone che stimiamo sono tali proprio perché le loro qualità le rendono tali. A volte bisogna rimboccarsi le maniche più del neccessario.
     
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  13. foolys
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    ma sakkina, credi che io viva male la mia passione perchè lavoro da quasi 10 anni e di "mio mio" pubblico solo qualcosina mentre per il 99 per cento del mio curriculum è o tutta roba di altri o roba che io stesso ho dimenticato?

    in ogni caso, non avevo nessuna intenzione di insinuare che tu non abbia uno stile vincente, era una domanda retorica la mia, scusami tanto se sembrava una frecciata :)

    in ogni caso, siamo d'accordissimo su una cosa importantissima: fare fumetti non è sapere disegnare bene ma sapere raccontare. ma io aggiungo che se si vuole anche solo sperare che diventi un mestiere, bisogna anche avere altre doti oltre alla narrazione, e queste sono: affidabilità per un editore, sapere rispettare una scadenza, riuscire a pagare le bollette. :D
     
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  14. stradedifuoco
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    Il discorso che Follys fa e' davvero importante e si puo' esplicare benissimo in qualsiasi ambite vitae.
    Io ho riscoperto il fumetto il settembre scorso,quando ho acquistato in edicola il primo fascicolo della Deagostini sul corso di fumetto Disney.Inizialmente credevo che mi piaceva approfondire lo stile umoristico disnenyano,ma dopo vari mesi di lavoro continuo ho capito che il mio indirizzo e' verso il fumetto realistico e anche un po' manga,ma,sopratutto in stile realistico.
    Continuo ogni giorno a disgnare,e se prima disegnavo a mo' di illustrazioni,oggi ho iniziato a lavorare direttamente su una "tavola".
    Avrei gia' parecchie idee da mettere a frutto,in quanto per me il fumetto e' un'autentica immersione in dimensioni parallele che ci spiegano piu' chiaramente il mondo e la vita che ogni giorno conduciamo.

    Ad esempio penso a una storia tratta dal libro Kamo di Pennac,a"il colore viola"di Spielberg,e a un soggetto in cui due gemelli separati alla nascita crescono uno nel bene e uno nel male e che un giorno si reincontrano scambiandosi i ruoli tramite un'intervento magico oppure tramite l'intervento della malavita,in quanto il fratello cattivo si mette nei guai,la madre rivela al figlio "buono"l'esistenza del fratello e si mette alla sua ricerca e dovra' affrontare e scendere lui stesso negli "inferni"del fratello per poterlo recuperare...
    Insomma le idee non mancano,forse il tempo...
     
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  15. Manson
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    Bè questa faccenda delle categorie mi fa storcere un poco il naso.....forse serve per semplificare il concetto, ma dietro ogni occasione mancata,ogni fallimento subito c'è una storia,una serie di circostanze che alla fine giudicare viene difficile.....il fatto di essere pigri,talentuosi inefficaci,presuntuosi o altro mi sembra "di fare di tutta l'erba un fascio".....ognuno ha la sua storia,con tutto ciò che ne consegue e etichettare così i vari "tipi di falliti" mi sembra un torto verso chi evidentemente sapendo un pò disegnare non ha voluto o potuto diventare professionista perchè gli mancava il tempo o perchè riteneva che il gioco non valeva la candela....punto.....è tutto qui il nocciolo......c'è chi dà l'anima e chi un pò meno,ma per diventare fumettisti ci vogliono dei requisiti che si DEVONO AVERE,perchè lo standart di qualità è quello,quindi o li acquisisci(facendoti il culo per anni)o farai il fumettista per hobby(che comunque mi pare una dignitosissima attivà).......il fumettista inoltre ad avere creativit, tecnica e saper narrare deve sapersi vendere al mercato corrente,che non significa vendere la propia dignità d'artista(concetto che è nato sull'agio del "art for art sake")ma produrre con creatività per un pubblico che riterrà oltre che utile bella la tua produzione e la comprerà se piacerà.....
    I bonelli per esempio se hanno tirature elevatissime un motivo ci sarà....anzi gli artisti che stimo di più stanno propio là e vengono tutelati e lì disegnatore può campare con il suo lavoro......Penso a Brindisi,lo stesso Celoni,Stano,Ticci,Carnevale,Ortiz,Villa,Mastantuono,Ambrosini,Biliardo,Ruju,Piccatto,Franzella,Ricciardi,per tacere poi di chi è passato da lì solo temporaneamente:Mari,Castellini,Bianchi e chi più ne ha più ne metta, insomma lì la qualità c'è (a parte qualcuno,ovviamente,che però comunque ha i REQUISITI del fumettista).....e comunque prima di affermarsi nel campo si deve fare comunque una gavetta pesante,produrre per altri ma alla fine,quando sei affermato,il tuo nome sarà garanzia e potrai esprimerti come ti pare(pensiamo a Miller,Silvestri,jim Lee,Turner(sono nomi altisonanti lo so,non tutti possiamo raggiungere quei livelli,sono esempi)).......e comunque i fumetti che fai non li fai per te stesso ma sopratutto per gli altri.....più poliedrici si è meglio è....
     
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133 replies since 22/3/2008, 15:22   5161 views
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