Come si misura la carriera di un fumettista?

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  1. FurSam
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    Sailor Moon non lo ricordo su Amici.
    Su Amici fu pubblicato Sailor V che era un altra cosa.
    E nessuna bambina ha mai inviato 5000 firme per vederlo.
    I Kappa chiesero ai loro lettori di inviare 5000 cartoline con su scritto che si volevano gli shojo in Italia perchè i Kappa erano convinti che non vendessero.
    E solo perchè i loro Caro Fratello e Georgie avevano venduto poco.
    Ma d'altronde pensavano pure che i manga sportivi non vendessero a priori, poi Panini ha pubblicato Slam Dunk che fu un successone, alla faccia di chicchessia.
    CITAZIONE
    Invece la generazione degli anni 80, non ha avuto lo stesso atteggiamento, perché?

    Questa non l'ho capita.
    Ti dico che negli anni 80 Candy e compagne stravendevano e tu dici di no? :P

     
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  2. G.S.Hamilton
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    credo di essermi spiegata male, quindi faccio un passo indietro. :)

    non sto parlando di vendite, ma di un risposta positiva del pubblico che ha portato all'invasione dei manga a metà anni '90. e parlo di INVASIONE, non di uno o due titoli, ma quando effettivamente è iniziato il fenomeno con pubblicazioni assidue, di varie case editrici contemporaneamente, e un pubblico pronto ad assorbire queste pubblicazioni e a far aumentare la domanda, che ovviamente da 10/15 anni a questa parte ha incrementato l'offerta. (e se non è già in atto, manca poco, l'offerta ha anche superato la domanda).

    nello specifico, io ho citato Sailor Moon (come esempio) dal punto di vista del genere shojo.

    analizzando gli anni '80, candy ebbe successo, ma perché non vennero pubblicate altre opere in massa di genere shojo?
    perché il pubblico non ha creato una "domanda" per nuove pubblicazioni, evidentemente questa "domanda" non c'era visto il fallimento delle pubblicazioni successive.
    SUPPONGO, che chi comprava Candy negli anni '80 in maggioranza è un pubblico che poi non ha sviluppato una vera passione per il manga e nello specifico per il genere shojo, oppure le pubblicazioni successive non sono state affiancate da un'adeguata cooperazione manga/anime.

    Quando è arrivato l'anime di Sailor Moon negli anni '90, venne pubblicato il manga, su cui appariva l'avviso di inviare 5000 cartoline per aprire la testata di amici.
    SUPPONGO che questa volta, si è creata una domanda! tanto da aprire la testata di Amici!
    allora, Amici, è stata aperta perché di punto in bianco tutti leggevano manga?? (ma quali se non erano stati praticamente pubblicati), o perché sulla scia del successo di Sailor Moon è nato nel pubblico e nella generazione degli anni '90 un interesse per gli shojo?
    a differenza poi del pubblico degli anni '80.
    Inoltre, questo pubblico, ha continuato a leggere manga, timidamente, saltuariamente, ma riconfermando una domanda che ha iniziato a crescere.

    allora, il mio discorso era, se non c'era Sailor Moon avremmo avuto la rivista di Amici? avremmo avuto shojo pubblicati in Italia?
    io non valuto un'opera come Sailor Moon nel suo piccolo ed autonomo, ma valuto che è stata l'opera che ha creato un pubblico adatto al genere shojo in Italia e che (facendo il paragone con gli anni '80), invece non ha saputo creare Candy.

    Candy non l'ho letto, non so se è meglio o peggio di SM, però dato, che come dici, è stato un best seller, nonostante questo non ha cambiato niente. ha venduto e basta, non ha creato un pubblico!
    SM, ha iniziato a muvere un meccanismo che ha portato gli shojo a dove sono oggi un INVASIONE. e voglio sottolineare che io parlo solo nello specifico di SHOJO.

    adesso, la mia tesi, può essere valida o no. io avevo esposto questo concetto su come considerare valido un fumetto, in questo caso dal punto di vista sociale (del pubblico).
    Poi, ci sono opere che possono essere analizzate dal punto di vista stilistico, artistico, storico, tecnico, ecc....
    quello che voglio dire, la validità di un'opera va contestualizzata e compresa nei suoi diversi valori. Ci sono opere che probabilmente sono meglio di SM, ma non hanno portato a questo cambiamento.
    viceversa, ci sono opere che non hanno avuto successo, ma hanno comunque un peso rilevante nella storia del fumetto.
    io tutto questo discorso lo voglio fare da un punto di vista storico, dato che solo con il senno di poi possiamo dire "quell'artista ha rivoluzionato il mondo del fumetto" "quell'artista ha avuto una grande carriera, è stato uno dei più importanti esponenti di questo genere", ecc...
    rispondendo alla domanda "perché di determinati fumettisti si conoscono solo le opere più famose?", nella carriera di quel fumettista ogni opera è importante, ma probabilmente quell'unica opera più conosciuta ha portato con sè una serie di significati che meglio hanno rappresentato la storia del fumetto e della società in quel momento. (andando aldilà delle commercializzazioni editoriali)

    come si misura la carriera di un fumettista? va valutata in base alla risposta del pubblico, in base al successo economico, a come ha rappresentato un nuovo stile, oppure creato un nuovo stile, un nuovo genere, o semplicemente le sue collaborazioni, influenze o ancora più come rispecchia la società di quel determinato periodo.

    possiamo valutare nell'immediato il valore di un'artista/fumettista? non posso rispondere, ma rammento che quando gli impressionisti realizzarono la loro prima mostra, non furono accolti a braccia aperte, al contrario, il pubblico rifiutò l'impressionismo e furono in pochi a vedere quelle che erano le basi per l'arte contemporanea.
    ma è facile dirlo a più di un secolo di distanza, quindi metterci qui e chiederci come valutare un fumettista possiamo farlo solo a distanza di tempo.
    "ai posteri l'ardua sentenza".
     
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  3. FurSam
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    CITAZIONE
    non sto parlando di vendite, ma di un risposta positiva del pubblico che ha portato all'invasione dei manga a metà anni '90. e parlo di INVASIONE, non di uno o due titoli, ma quando effettivamente è iniziato il fenomeno con pubblicazioni assidue, di varie case editrici contemporaneamente, e un pubblico pronto ad assorbire queste pubblicazioni e a far aumentare la domanda, che ovviamente da 10/15 anni a questa parte ha incrementato l'offerta. (e se non è già in atto, manca poco, l'offerta ha anche superato la domanda).

    Negli anni 90 tutti si sono buttati sulla torta dei manga perchè c'era Dragon Ball che vendeva un botto.
    Le sue vendite diedero un intera spinta al mercato manga in Italia, e tutti gli editori si buttarono a pesce.
    Perchè agli editori italici i manga fanno schifo, per loro sono cazzate senza senso, li pubblicano solo perchè non trovano niente di meglio che possa funzionare commercialmente.
    Per questo finito il boom di Candy e co. , se ne sono strafregati di coltivare la cultura manga in Italia.
    Il pubblcio c'era erano gli editori miopi che non capivano una mazza!

    CITAZIONE
    allora, il mio discorso era, se non c'era Sailor Moon avremmo avuto la rivista di Amici? avremmo avuto shojo pubblicati in Italia?
    io non valuto un'opera come Sailor Moon nel suo piccolo ed autonomo, ma valuto che è stata l'opera che ha creato un pubblico adatto al genere shojo in Italia e che (facendo il paragone con gli anni '80), invece non ha saputo creare Candy.

    Penso che gli shojo li avremmo visti cmq.
    Anche perchè Amici era una testata sbagliata che vendeva poco e nulla.
    Non è che abbia spinto in qualche modo lo shojo in Italia.
    SM ha avuto un grosso peso sullo spingere il settore anime e manga in generale perchè ha creato (insieme a DB) l'equazione manga= soldi e tutti si sono buttati a pesce.
    La pubblicazione di vari shojo è stato solo un riflesso di un mercato in grande espansione.
    I manga oggi non vendono più una cippa e se gli editori li continuano a stampare è solo perchè l'alternativa sarebbe chiudere.
     
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17 replies since 28/9/2010, 15:03   746 views
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