IL MALE: Si pagano o no gli artisti?

Tavola Rotonda fra autori

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  1. Luca Erbetta
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    CITAZIONE
    azz mi spiace di aver venduto casa a Nizza dopo aver letto questo, se lo sapevo mi ci trasferivo domani hehehe però ne ho una a 10 kilomentri da Menton, mumble mumble hehehe

    Dove? Io abito tra Ventimiglia e Sanremo.
    Scusate, so di essere Off Topic
     
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  2. MicGin
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    CITAZIONE (Luca Erbetta @ 11/8/2010, 17:03)
    Ketty, per quel che riguarda i micro editori francesi, credo che la situazione sia più o meno simile a quella italiana.
    La differenza sta nei piccoli o medi editori, quelli che per noi potrebbero essere Star e Aura,
    Sono tanti ed hanno tariffari variabili, ma si parla comunque di 90, 100, 150 euro a pagina.
    E poi esistono i grandi editori che fanno anche cose più di nicchia o sperimentali (del tipo 100 pagine a 10000 euro).

    no luca! ;)
    la situazione è diversa, per fortuna loro
    in francia c'è il centro nazionale del libro che finanzia opere prime e piccoli editori e associazioni. una cosa impensabile per l'italia.
    quindi i piccoli editori francesi si permettono opere sperimentali ed edizioni di grande qualità e raffinatezza tipografica.
    naturalmente hanno anche loro problemi di pagamento e vendite, ma su scala ben diversa.
    in ogni caso, il piccolo editore ha la possibilità di competere nel suo mercato e le sue opere sono considerate senza problemi da festival, premi e recensioni giornalistiche (anche se là si tende a parlare sempre dei maestri come Moebius, Bilal, Van Hamme etc, che hanno per il mercato francese l'importanza e la visibilità che hanno qua i fumetti bonelli)
     
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  3. OniBaka -
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    CITAZIONE (Luca Erbetta @ 11/8/2010, 17:11)
    CITAZIONE
    azz mi spiace di aver venduto casa a Nizza dopo aver letto questo, se lo sapevo mi ci trasferivo domani hehehe però ne ho una a 10 kilomentri da Menton, mumble mumble hehehe

    Dove? Io abito tra Ventimiglia e Sanremo.
    Scusate, so di essere Off Topic

    Luca per evitare i continui OT ti ripsondo via messaggio privato lo scrivo qui solo perchè essendo Luca appena iscritto potrebbe magari non accorgersene, mi scuso Con Ketty e se dopo vuol cancellare il post no problem

    MicGin sempre piu interessante sta Francia a parte il presidente che si ritrovano e la 1st lady on la voce moscia
     
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  4. Luca Erbetta
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    Grazie, questa cosa non la sapevo!
    Parlando di premi, sono proprio i vari Moebieus e Van Hamme (e soprattutto i loro editori) che si lamentano del fatto di non ricevere mai premi a discapito delle opere "di nicchia" nonostante il vasto apprezzamento del pubblico nei loro confronti.
     
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  5. MicGin
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    CITAZIONE (Luca Erbetta @ 11/8/2010, 17:19)
    Grazie, questa cosa non la sapevo!
    Parlando di premi, sono proprio i vari Moebieus e Van Hamme (e soprattutto i loro editori) che si lamentano del fatto di non ricevere mai premi a discapito delle opere "di nicchia" nonostante il vasto apprezzamento del pubblico nei loro confronti.

    ecco... loro si permettono questo lusso... :lol:
    ma è indice di una mentalità un po' più intelligente della nostra... perché il premio diventa un investimento sul "nuovo", che produce sempre nuovi autori e innovazione.
    da noi invece si rischia, più in passato però - ora la situazione sta migliorando, di assegnare premi per fare bella la manifestazione con premiati importanti...
     
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  6. kettyformaggio
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    CITAZIONE (MicGin @ 11/8/2010, 17:00)
    Sto dando un'occhiata panoramica ai vari forum di kinart attivi. Correggetemi se sbaglio: non c'è ancora una pagina statica sui temi che qui stiamo trattando, ma ci sono discussioni specifiche con le relative risposte, alcune anche un po' datate.
    Butto qui una proposta: perché non creare una o più pagine in cui si mettono a disposizione le definizioni basilari che riguardano il rapporto tra l'autore, la sua opera e l'eventuale editore?
    Ovviamente sono pronto a contribuire, ma penso potremmo trovare anche altre persone più che disponibili a fornire competenze tecniche e anche patrocini.
    Anche se penso che la cosa più importante sia come presentare in modo chiaro e corretto nozioni che non sempre lo sono.

    se ci fosse già scusatemi per non averla trovata.

    CITAZIONE (Luca Erbetta @ 11/8/2010, 16:56)
    Esatto, ma siccome gli editori, dal punto di vista contrattuale, fanno un unico calderone in cui mescolano la varie cose senza distinguerle, a noi non va bene.

    certamente!
    e per poter replicare a tono, bisogna conoscere come stanno le cose...
    se no si firmano i contratti che ho avuto modo di vedere in passato...

    Un attimo di OT
    sì, è da un pò che stiamo cercando di ragionare sulla riorganizzazione dell'organizzazione (ops) del forum.
    Chiunque voglia partecipare a portare avanti questo progetto è ben accetto. Abbiamo sempre bisogno di valenti utenti, mod e tutorial.

    Ginevra e altri "piccoli editori" possono trovare in kinart un bel bacino e potremmo avviare anche delle collaborazioni. Lo abbiamo fatto con Lupo Alberto e Cattivik. Lo avavamo fatto anche con una rivista che fu in partenza con l'egregio sig Cagliostro che allora ricevette un bel calcio promozionale (non me ne son pentita in seguito perchè comunque fu un bellissimo e partecipato kontest).
    fine OT

    CITAZIONE
    MicGin Inviato il: 11/8/2010, 17:13
    CITAZIONE
    CITAZIONE (Luca Erbetta @ 11/8/2010, 17:03)
    Ketty, per quel che riguarda i micro editori francesi, credo che la situazione sia più o meno simile a quella italiana.
    La differenza sta nei piccoli o medi editori, quelli che per noi potrebbero essere Star e Aura,
    Sono tanti ed hanno tariffari variabili, ma si parla comunque di 90, 100, 150 euro a pagina.
    E poi esistono i grandi editori che fanno anche cose più di nicchia o sperimentali (del tipo 100 pagine a 10000 euro).

    no luca! ;)
    la situazione è diversa, per fortuna loro
    in francia c'è il centro nazionale del libro che finanzia opere prime e piccoli editori e associazioni. una cosa impensabile per l'italia.
    quindi i piccoli editori francesi si permettono opere sperimentali ed edizioni di grande qualità e raffinatezza tipografica.
    naturalmente hanno anche loro problemi di pagamento e vendite, ma su scala ben diversa.
    in ogni caso, il piccolo editore ha la possibilità di competere nel suo mercato e le sue opere sono considerate senza problemi da festival, premi e recensioni giornalistiche (anche se là si tende a parlare sempre dei maestri come Moebius, Bilal, Van Hamme etc, che hanno per il mercato francese l'importanza e la visibilità che hanno qua i fumetti bonelli)

    Santa polenta! :blink:
    Diamoci da fare allora a migliorare questa piccola Italia. :dance:
     
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  7. Kont3
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    Ritornando al tema dei pagamenti degli autori (che tra l'altro mi sta particolarmente a cuore), mi pare di aver capito che a parte Disney e Bonelli, difficilmente un autore verrà pagato a tavola nel nostro paese.
    Da quel che ho capito quindi gli autori sono nella maggior parte dei casi pagati a percentuale sul prezzo di copertina e sulle copie vendute.

    Io autore, a questo punto, devo sperare che il mio editore: 1) azzecchi il costo di copertina migliore per massimizzare le vendite e le mie entrate (che non sia quindi nè troppo basso altrimenti guadagno poco, nè troppo alto altrimento vende meno) 2) stampi il maggior numero possibile di copie 3) faccia adeguata promozione al mio fumetto 4) sia estremamente corretto nel riportarmi i dati sulle copie vendute

    Va bene cha anche l'autore deve in qualche modo condividere il rischio d'impresa con l'editore, ma questo mi sembra quasi un buttarsi nel vuoto :) :) , visto che l'autore non ha alcun titolo sulle scelte decisionali e gestionali dell'editore, nonostante le sue scelte ricadano direttamente sul mio portafogli :wall:
     
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  8. ro-mario
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    avrei postato anche prima, ma ho cercato di leggermi tutta la discussione...
    sono Mario Taccolini, editore di Edizioni Arcadia e proprietario di una fumetteria a Bergamo.
    In questo lungo post renderò pubblici alcuni dati sulle Edizioni Arcadia, perché mi pare sia questa la richiesta. La casa editrice nasce nel 2007: eravamo sicuri che, realizzando buoni prodotti di autori italiani, e pagandoli abbastanza bene, avremmo trovato lo spazio per proporre bei fumetti a un prezzo popolare. Inizialmente pagavamo 50 euro a tavola per i disegni, 15 per la sceneggiatura e 200 per la copertina: compensi non da favola, ma che ci sembravano (e mi sembrano tuttora) equi. Stampavamo 2000 copie di ognuna delle nostre pubblicazioni, convinti di poter arrivare al punto di pareggio (1200 copie) nell'arco di un anno, massimo due.
    Il progetto iniziale, come ho già scritto da qualche parte, può dichiararsi un completo fallimento.
    A Lucca 2007 ci siamo presentati con cinque fumetti: l'albo speciale per i dieci anni di Jonathan Steele, 4 Volti della Paura (di Luigi Siniscalchi), Self Service (di Ferrandino, Brindisi, Walter Venturi, Peppe Liotti e Nardo Conforti, con copertina inedita di Brindisi), Giada n. 1 (di Rosenzweig, Matteo Cremona e Federico Sfascia, con cover di Enea Riboldi) e Maisha n. 1 (di Matteuzzi, Fortunato, Da Sacco e Ambu, copertina di Marco Turini). Nella nostra prima fiera siamo stati pesantemente penalizzati dalla collocazione del nostro stand e dalla qualità penosa della grafica dei nostri albi: purtroppo avevamo deciso di fare fumetti "professionali" sotto ogni punto di vista, ma amatoriali in un settore fondamentale. Abbiamo invitato al nostro stand (a nostre spese: pagando, cioè, viaggio, albergo e vitto, oltre al pass) una decina di autori. Risultato, a fronte di un investimento di oltre 30.000 euro: una debacle pazzesca.
    Ma, fino a lì, non era un dramma: ci sta che la prima uscita non sia esattamente un successone.
    Poi sono arrivati i primi dati degli ordini, e non c'è stato niente da ridere. Ma eravamo convinti delle nostre idee e siamo andati avanti, abbassando i pagamenti (40 a tavola per i disegni, 10 per le sceneggiature, a parte il caso di GIADA, perché gli autori, viste le scarse vendite, decisero di voler comunque investire sul prodotto e ci proposero di prendere 35 euro a tavola per i disegni e di realizzare gratuitamente la sceneggiatura), varando altri progetti e arruolando nuovi autori. A Lucca 2008 abbiamo presentato anche tre albi stampati in digitale, per i quali abbiamo corrisposto un euro agli autori per ogni copia venduta: "Olos", "Jam & Erys" e "Generazione Goldrake". Tutti e tre i volumi sono stati stampati in 300 copie e sono andati esauriti, ma non ci sono stati nuovi ordini e quindi non abbiamo ritenuto di effettuarne delle ristampe.
    Poi... nonostante la qualità dei nostri albi sia nettamente migliorata, la situazione del mercato è peggiorata. Ovviamente, ammetto le mie colpe: in particolare, non sono riuscito a "pubblicizzare" abbastanza gli albi, usciti tra l'indifferenza quasi generale della critica e dei forum.
    Nel frattempo, molto per colpa della casa editrice, ma anche per fatti miei non piacevoli che non mi va di raccontare in giro, ho rischiato concretamente il fallimento dell'attività. Non ho ritoccato i compensi, ma sono in arretrato con alcuni pagamenti.
    Ma tornando al discorso pagamenti: faccio l'esempio più "vicino" temporalmente, Ford Ravenstock 2.
    Il primo Ravenstock è stato stampato da Panini Comics, dopo aver vinto il primo Lucca Project Contest, e mi si dice abbia venduto tremila copie (dato che trovo assolutamente credibile). Del secondo (il primo stampato da Edizioni Arcadia) abbiamo venduto poco meno di ottocento copie: ovvio che la visibilità di Panini e quella delle Edizioni Arcadia non sono nemmeno lontanamente paragonabili, e che i due anni trascorsi dal primo al secondo episodio hanno inciso anch'essi negativamente.
    A febbraio 2010, due anni dopo l'uscita del nostro primo Ravenstock, abbiamo stampato anche il secondo. Compensi: 40 euro a pagina per i disegni, 20 per i colori, 10 per la sceneggiatura e 200 per la copertina. Visti i volumi di vendita del primo, e visto il periodo poco felice, ho preferito stamparne solo 800 copie (del primo ne avevamo stampate 2000). Costi: poco più di 3500 euro per il lavoro degli autori, circa 1500 per la stampa e 100 per il lettering e l'impaginazione. Se fate un pò di conti... vendendo TUTTE le copie stampate, al prezzo di copertina (e, quindi, senza contare il 50% che devo dare ai distributori), e calcolando che almeno una trentina di copie vanno in omaggi vari, riuscirei ad andare in pareggio. Più realisticamente, prevedo (se tutto andrà bene) di perdere circa duemila euro.
    Al momento attuale i distributori mi hanno fatto ordini per 178 copie (178 x 6,5 / 2 = 578,50 euro) quindi, se vendessi tutte le restanti copie a prezzo pieno diciamo... in un anno, incasserei circa 4500 euro (600 euro di perdita). Nel frattempo dovrò pagare la tipografia (che ha ricevuto solo un acconto) e gli autori (Armando ha ricevuto un acconto, Susanna invece nemmeno quello. E, comunque, sono in ritardo già adesso). Coloristi e grafico, invece, li ho già pagati.
    Per inciso: le prenotazioni di Ravenstock sono circa la metà di quelle di Loaded Bible, ma non sono così negative (sperando nei riordini che, di solito, ci sono): Giada e Maisha, per esempio, ci vengono ordinate in meno di 100 copie a numero.
    Perché l'ho stampato, allora? Perché Ravenstock è un personaggio che mi piace moltissimo, perché ho enorme stima dei due autori ma, soprattutto, perché non mi piace lasciare le cose a metà. Se a Susanna ed Armando andrà bene, non avrò alcun problema a stampare anche il prossimo (e conclusivo) episodio.
    Quindi: secondo la mia personale esperienza, non vale la pena investire del denaro nella produzione di fumetti italiani, perlomeno per noi micro editori. Perché, per poter pagare decentemente gli autori, si dovrebbero stampare almeno 3000 copie di un fumetto, certi di venderne più di duemila... ipotesi, al momento attuale, molto distante dalla realtà.
    Il dramma è se confrontiamo questi dati con quelli riguardanti gli albi tradotti, che costano meno della metà e vendono molto di più (eggià... quella degli "italiani esterofili" non è una leggenda urbana).
    Faccio presente che Star Comics, negli ultimi tre anni, ha abbassato del 50% i compensi per gli autori dei propri periodici da edicola... quindi, probabilmente, produrre fumetti italiani è proibitivo anche per case editrici consolidate e con un proprio pubblico di riferimento da quasi vent'anni. E che Dylan e Tex, che vent'anni fa vendevano 500.000 copie, hanno più che dimezzato i propri lettori.
    E vedo un futuro allarmante, in cui i giovani autori lavoreranno sottopagati con la sola speranza di fare il "grande salto", entrando in Bonelli o in Marvel (e... fondamentalmente, basta), e senza la possibilità di diventare nuovi Gipi, o Ausonia (per citare due che hanno fatto un percorso originale e sono comunque riusciti ad imporsi).
     
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  9. OniBaka -
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    a legger sti post a volte pero mi prende una depressione e mi vien da dire, meglio se torno a lavorare in fabbrica...
     
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  10. ro-mario
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    CITAZIONE (OniBaka - @ 11/8/2010, 20:15)
    a legger sti post a volte pero mi prende una depressione e mi vien da dire, meglio se torno a lavorare in fabbrica...

    figurati a scriverli...
     
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  11. OniBaka -
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    sigh, ma io sono allergico al cartellino :P
    comuqnue è da sempre che penso che se mai vorro e avrò mai le capacità per frlo come lavoro, l'italia è il posto peggiore :P e non per essere anti nazionalista o disfattista.
     
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  12. Andrea Mazzotta
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    CITAZIONE (ro-mario @ 11/8/2010, 20:00)
    avrei postato anche prima, ma ho cercato di leggermi tutta la discussione...
    sono Mario Taccolini, editore di Edizioni Arcadia e proprietario di una fumetteria a Bergamo.
    In questo lungo post renderò pubblici alcuni dati sulle Edizioni Arcadia, perché mi pare sia questa la richiesta. La casa editrice nasce nel 2007: eravamo sicuri che, realizzando buoni prodotti di autori italiani, e pagandoli abbastanza bene, avremmo trovato lo spazio per proporre bei fumetti a un prezzo popolare. Inizialmente pagavamo 50 euro a tavola per i disegni, 15 per la sceneggiatura e 200 per la copertina: compensi non da favola, ma che ci sembravano (e mi sembrano tuttora) equi. Stampavamo 2000 copie di ognuna delle nostre pubblicazioni, convinti di poter arrivare al punto di pareggio (1200 copie) nell'arco di un anno, massimo due.
    Il progetto iniziale, come ho già scritto da qualche parte, può dichiararsi un completo fallimento.
    A Lucca 2007 ci siamo presentati con cinque fumetti: l'albo speciale per i dieci anni di Jonathan Steele, 4 Volti della Paura (di Luigi Siniscalchi), Self Service (di Ferrandino, Brindisi, Walter Venturi, Peppe Liotti e Nardo Conforti, con copertina inedita di Brindisi), Giada n. 1 (di Rosenzweig, Matteo Cremona e Federico Sfascia, con cover di Enea Riboldi) e Maisha n. 1 (di Matteuzzi, Fortunato, Da Sacco e Ambu, copertina di Marco Turini). Nella nostra prima fiera siamo stati pesantemente penalizzati dalla collocazione del nostro stand e dalla qualità penosa della grafica dei nostri albi: purtroppo avevamo deciso di fare fumetti "professionali" sotto ogni punto di vista, ma amatoriali in un settore fondamentale. Abbiamo invitato al nostro stand (a nostre spese: pagando, cioè, viaggio, albergo e vitto, oltre al pass) una decina di autori. Risultato, a fronte di un investimento di oltre 30.000 euro: una debacle pazzesca.
    Ma, fino a lì, non era un dramma: ci sta che la prima uscita non sia esattamente un successone.
    Poi sono arrivati i primi dati degli ordini, e non c'è stato niente da ridere. Ma eravamo convinti delle nostre idee e siamo andati avanti, abbassando i pagamenti (40 a tavola per i disegni, 10 per le sceneggiature, a parte il caso di GIADA, perché gli autori, viste le scarse vendite, decisero di voler comunque investire sul prodotto e ci proposero di prendere 35 euro a tavola per i disegni e di realizzare gratuitamente la sceneggiatura), varando altri progetti e arruolando nuovi autori. A Lucca 2008 abbiamo presentato anche tre albi stampati in digitale, per i quali abbiamo corrisposto un euro agli autori per ogni copia venduta: "Olos", "Jam & Erys" e "Generazione Goldrake". Tutti e tre i volumi sono stati stampati in 300 copie e sono andati esauriti, ma non ci sono stati nuovi ordini e quindi non abbiamo ritenuto di effettuarne delle ristampe.
    Poi... nonostante la qualità dei nostri albi sia nettamente migliorata, la situazione del mercato è peggiorata. Ovviamente, ammetto le mie colpe: in particolare, non sono riuscito a "pubblicizzare" abbastanza gli albi, usciti tra l'indifferenza quasi generale della critica e dei forum.
    Nel frattempo, molto per colpa della casa editrice, ma anche per fatti miei non piacevoli che non mi va di raccontare in giro, ho rischiato concretamente il fallimento dell'attività. Non ho ritoccato i compensi, ma sono in arretrato con alcuni pagamenti.
    Ma tornando al discorso pagamenti: faccio l'esempio più "vicino" temporalmente, Ford Ravenstock 2.
    Il primo Ravenstock è stato stampato da Panini Comics, dopo aver vinto il primo Lucca Project Contest, e mi si dice abbia venduto tremila copie (dato che trovo assolutamente credibile). Del secondo (il primo stampato da Edizioni Arcadia) abbiamo venduto poco meno di ottocento copie: ovvio che la visibilità di Panini e quella delle Edizioni Arcadia non sono nemmeno lontanamente paragonabili, e che i due anni trascorsi dal primo al secondo episodio hanno inciso anch'essi negativamente.
    A febbraio 2010, due anni dopo l'uscita del nostro primo Ravenstock, abbiamo stampato anche il secondo. Compensi: 40 euro a pagina per i disegni, 20 per i colori, 10 per la sceneggiatura e 200 per la copertina. Visti i volumi di vendita del primo, e visto il periodo poco felice, ho preferito stamparne solo 800 copie (del primo ne avevamo stampate 2000). Costi: poco più di 3500 euro per il lavoro degli autori, circa 1500 per la stampa e 100 per il lettering e l'impaginazione. Se fate un pò di conti... vendendo TUTTE le copie stampate, al prezzo di copertina (e, quindi, senza contare il 50% che devo dare ai distributori), e calcolando che almeno una trentina di copie vanno in omaggi vari, riuscirei ad andare in pareggio. Più realisticamente, prevedo (se tutto andrà bene) di perdere circa duemila euro.
    Al momento attuale i distributori mi hanno fatto ordini per 178 copie (178 x 6,5 / 2 = 578,50 euro) quindi, se vendessi tutte le restanti copie a prezzo pieno diciamo... in un anno, incasserei circa 4500 euro (600 euro di perdita). Nel frattempo dovrò pagare la tipografia (che ha ricevuto solo un acconto) e gli autori (Armando ha ricevuto un acconto, Susanna invece nemmeno quello. E, comunque, sono in ritardo già adesso). Coloristi e grafico, invece, li ho già pagati.
    Per inciso: le prenotazioni di Ravenstock sono circa la metà di quelle di Loaded Bible, ma non sono così negative (sperando nei riordini che, di solito, ci sono): Giada e Maisha, per esempio, ci vengono ordinate in meno di 100 copie a numero.
    Perché l'ho stampato, allora? Perché Ravenstock è un personaggio che mi piace moltissimo, perché ho enorme stima dei due autori ma, soprattutto, perché non mi piace lasciare le cose a metà. Se a Susanna ed Armando andrà bene, non avrò alcun problema a stampare anche il prossimo (e conclusivo) episodio.
    Quindi: secondo la mia personale esperienza, non vale la pena investire del denaro nella produzione di fumetti italiani, perlomeno per noi micro editori. Perché, per poter pagare decentemente gli autori, si dovrebbero stampare almeno 3000 copie di un fumetto, certi di venderne più di duemila... ipotesi, al momento attuale, molto distante dalla realtà.
    Il dramma è se confrontiamo questi dati con quelli riguardanti gli albi tradotti, che costano meno della metà e vendono molto di più (eggià... quella degli "italiani esterofili" non è una leggenda urbana).
    Faccio presente che Star Comics, negli ultimi tre anni, ha abbassato del 50% i compensi per gli autori dei propri periodici da edicola... quindi, probabilmente, produrre fumetti italiani è proibitivo anche per case editrici consolidate e con un proprio pubblico di riferimento da quasi vent'anni. E che Dylan e Tex, che vent'anni fa vendevano 500.000 copie, hanno più che dimezzato i propri lettori.
    E vedo un futuro allarmante, in cui i giovani autori lavoreranno sottopagati con la sola speranza di fare il "grande salto", entrando in Bonelli o in Marvel (e... fondamentalmente, basta), e senza la possibilità di diventare nuovi Gipi, o Ausonia (per citare due che hanno fatto un percorso originale e sono comunque riusciti ad imporsi).

    Mario, questo post ti fa onore.
    Non trovo la faccina dell'applauso.
     
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  13. *asu*
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    ketty sì. t'incoraggio e supporto. credo che qui si possa fare la differenza.

    credo che la dispersione delle risorse e talenti sia deleterio quindi se restiamo e interagiamo tra noi possiamo capire tutti (sia autori che editori) come muoverci e come far muovere il mercato.

    grazie enry per la segnalazione ^.- nel mio piccolo farò altrettanto.

    mario grazie per essere stato così cristallino, sei senza ombra di dubbio un essere umano della razza "editore" alquanto anomala ma grazie di essere esattamente così =)
     
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  14. ilcontedicagliostro
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    Grazie, Mario.
    Grazie davvero.

    Il tuo racconto a cuore aperto restituisce la giusta dimensione ai pezzi del puzzle e soprattutto riporta sulla giusta scala molte rivendicazioni sin qui fatte da parte degli autori.

    Fa capire che chi non ha i mezzi economici che tu hai potuto investire, ma fa editoria, anche no profit, basata su un discorso serio e trasparente, non paga non perchè non vuole pagare ma perchè non ce la fa proprio a pagare, stando così il sistema, e i discorsi sul gatto,. la volpe e lucignolo sono solo favole campate in aria messe in giro da chi di tasca propria non ci ha mai messo un euro.
     
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  15. Enry84
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    Io non credo che le conclusioni di Mario fossero "non bisogna pagare gli autori", ma "non vale la pena di puntare su produzioni italiane, perchè non rendono". Il discorso è molto diverso. Non si tratta di un'editore che ti dice: ok ti pubblico 30/50 copie e tu lavori gratis. Si tratta dell'editore che ti dice: guarda, magari sei anche bravo, ma non posso pubblicarti perchè non venderei e quindi non potrei pagarti. In America la Yaoipress pubblicava molte autrici occidentali tra cui diverse italiane (un esempio per tutte, le Dany). L'esperimento sembrava andare benone, invece evidentemente non se la passavano bene neanche da quelle parti e che hanno fatto? Hanno sospeso le submissions scrivendo nella pagina apposita del loro sito: scusate, ci piange il cuore, ma non potremmo pagarvi e sappiamo che questo voi lo odiereste. Questo è un comportamento chiaro e coerente, dal mio punto di vista.
     
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859 replies since 14/6/2010, 18:27   25270 views
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