L'angolo che scotta: Esser Bravi non conta una Pippa

Ovvero le 4 categorie che non andranno mai avanti

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  1. Faureiana
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    CITAZIONE
    slammy secondo me non sempre è necessario lanciare un messaggio particolare in una storia per istruire il mondo
    credo che anche fumetti più visionari e surreali possano essere grandiosi senza che sia proprio esplicito il messaggio di fondo
    massì poi ripeto

    ok ok...questo punto mi sta particolarmente a cuore.
    Ti prego di non prendere male quanto segue, è quello che penso su certi discorsi che in fondo sto ancora capendo…

    Non credo che tutti i fumetti debbano istruire il mondo.
    Non credo che abbiano nemmeno la pretesa di farlo...
    Credo nel fumetto che ti fa passare del tempo, minuti o ore o giorni che siano, che ti appaga e ti fa stare bene.
    e questo prima di tutto da "lettrice"...
    Non escludo i lavori che fanno riflettere, sia chiaro, nel fumetto come nel cinema o nella letteratura e altro.

    il concetto fondamentale è che tu puoi anche raccontare che sei andata al bagno a mangiarti un panino, dentro c'erano i pomodori marci e quando sei uscita l'hai buttato nel cestino: ma se nessuno riesce a capire quello che hai fatto, allora non hai raccontato niente.
    anche se magari quel panino è il disegno più fiQo, più nuovo e soprattutto più rappresentativo di TE che possa mai essere creato.

    il fumetto è un "mezzo" e se escludi la parte ricevente allora qualunque sia il "messaggio" che tu voglia dire si perderà tra te e il resto...

    uno che studia moda... lo stilista studia da stilista, il modellista studia per fare i modelli dei vestiti che crea lo stilista...quello che studia le texture dei tessuti lo fa per far scegliere lo stilista e il modellista... ect ect etc.

    sono SCELTE.

    Non tutti hanno lo spirito e il carattere per dire al mondo qualcosa di totalmente puro. E non c'è niente di male nel voler contribuire.
    Se si fa questo per lavoro si vanno necessariamente incontro a problemi "tecnici" che si superano in vari modi. Ma si devono superare. Non si può dettare sempre le regole del caso. A meno che non si tratti di autoproduzione. Non sto dicendo che il nostro (e non solo il nostro, anche se fuori non è poi così mal messo..) settore dell'editoria del fumetto stia bene. E’ malato e sta crollando (vedi la lettera di Bruno Concina sul forum etc etc) e un po' ci si spera. Si spera in una fenice che rinasca un po' dal nulla che alcuni stanno creando intorno a se. È complicato.
    MOLTO, complicato.
    Prendi gli americani.Sono a settori :
    sceneggiatore-disegnatore-inchiostratore-colorista (nelle maggiori testate, ovvio.) però intanto queste cose gli permettono di avere tempo, di scoprire un sacco di cose collaborando tra di loro, sperimentando e così facendo si possono permettere di fare altre cose che magari interessano di più la loro persona e non il loro portafogli. (anche se penso che tra loro ci sia veramente qualcuno che goda a disegnare un fantasma supermuscoloso con le catene.. :P ghgh).
    Ripeto: sono scelte.

    Non so che altro dire.

    Io per ora sto a metà. Vorrei inserirmi e raccontare. Ma vorrei capire ancora meglio come funziona e per farlo devo prima "vederlo con i miei occhi".

    Questo è un po’ quel che penso…spero di essermi spiegata, più che altro. :)
     
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  2. sakkina
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    si ti sei spiegata
    cmq alla fin fine io credo che di quanto sia stato detto non ci sia nulla di completamente sbagliato
    ognuno ha detto cose vere e pareri personali che alla fine non è che si contrastino poi tanto fra loro
    bella discussione^^
    utile soprattutto per scoprire un po' cosa pensiamo a parte tecnica e inchiostri e robe così
     
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  3. kettyformaggio
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    CITAZIONE (foolys @ 22/3/2008, 15:22)
    Più passa il tempo, e sempre più spesso mi son trovato a rimuginare su talenti o qualità sprecate...sapete, quando conoscete qualcuno che sa fare qualcosa benissimo e che o non si applica proprio o non si applica nella maniera giusta, o è troppo pigro o ha troppa poca fiducia in sè stesso.
    Sono quattro varianti, ognuna diversa dall'altra, che però purtroppo convergono sulla stessa strada diroccata.

    Volevo tornare al discorso principale del topic.
    Quando lessi queste parole per la prima volta sul blog di Sergio mi ricobbi in tutte le categorie!! Assurdo, no? In pratica è come se avessi passato tutte queste fasi durante la mia "vita artistica".
    Da adolescente ero la più dotata della mia scuola d'arte, ma probabilmente mi adagiai su questo. 1ma categoria.
    Nel periodo in cui ho fatto una scuoletta di fumetto a Mestre non mi sono applicata nella maniera giusta. 2nda catergoria.
    Troppo pigra lo sono stata nel periodo dell'università, dove avrei potuto disegnare e imparare molto più di così, ma ho buttato un sacco di tempo a giocare inutilmente di ruolo con un branco di esclusi dal mondo. 3za categoria.
    Invece la fiducia in me stessa ci passo dentro ancora ogni tanto, quando arriva una batosta rischio sempre di caderci, come ho già detto spesso penso che le ragazze al supermercato sotto casa sono più tranquille di me. 4rta categoria.


    Ecco, giusto per farvi capire che quello di Foolys non è un atto di accusa ma un metodo per farsi anche un piccolo esame di coscenza del WANNABE FUMETTISTA.
    E dopo tutto questo io mi ritrovo a sentirmi davvero testarda, anche se continuamente mi sembra di fare le scelte lavorative sbagliate sono testarda e voglio fare questo mestiere!!!

    E voi?
     
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  4. cozzaro nero
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    E dopo tutto questo io mi ritrovo a sentirmi davvero testarda, anche se continuamente mi sembra di fare le scelte lavorative sbagliate sono testarda e voglio fare questo mestiere!!!
    ------------------------------------------------------------------------
    Ciao pienamente d'accordo con questa frase cozzaro nero

    edit:
    scusa cozzaro, ho tolto solo un pò dei tuoi trattini! :)


    Edited by kettyformaggio - 24/3/2008, 13:54
     
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  5. fw190
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    Ho iniziato tardi, già superati i trenta. Ho disegnato da sempre, da quando ho ricordi coerenti di me. E tutti intorno a dirmi che ero bravo. In effetti io non ho mai amato troppo disegnare, nel senso che mi piaceva disegnare ma se non potevo non ne sentivo la mancanza. Non disegnavo per periodi anche molto lunghi. Però raccontare no, raccontare ce l'ho nel sangue. Ho sempre guardato film, letto fumetti e libri, scritto molto, anche. Mai che arrivassi a una fine, a qualcosa di conclusivo, ma scrivevo, leggevo e disegnavo. Poi un giorno, vendevo libri per la Einaudi, ho detto: ma io ci provo, dai. E sono andato a iscrivermi alla SRF di Roma. Ho frequentato il primo anno e effettivamente, anche perché obiettivamente ero più grande della media degli alunni e avevo dieci anni di esperienze lavorative, non me la cavavo tanto male. Lì ho conosciuto diversi professionisti e uno in particolare che mi ha preso in simpatia. E che mi crocifiggeva. Ogni cosa che facevo lui la guardava e diceva: si, non male... e poi cominciava e me la smontava pezzo per pezzo, finché non vedevo TUTTI gli errori, uno per uno. E finalmente ho cominciato a crescere.
    Insieme a lui ho cominciato a fare delle matite per una serie western. Queste matite (peraltro pesantemente corrette) sono finite sotto gli occhi di un direttore di testata della Bonelli ed eccomi, dopo un solo anno di scuola, proiettato a lavorare col maggiore editore italiano. Bellissimo e terribile insieme, perché ce la potevo fare e perché non ero pronto.
    Per questo motivo, dopo circa un anno, quando è uscito il primo albo con il mio nome io non ho avuto nessuna gioia per quel lavoro che mi ricordava solo ore e ore di sofferenza e lavoro fatto e ripetuto decine di volte. Solo ora, a distanza di anni, quell'esordio mi sembra un punto comunque fondamentale della mia vita.
    Poi altri albi, non firmati perché in collaborazione, in cui sempre più prendevo confidenza col mezzo. Ma era una coscienza, come dire, incosciente. Diventavo più bravo, accumulavo nozione e tecnica ma non sapevo più di tanto di farlo.
    Come sempre in queste cose la sorte che ti ha aiutato prima o poi ti salda il conto. In breve ero fuori dalla Bonelli e ancora non ho capito come... ma certamente per colpa mia.
    Sono seguiti anni in cui ho continuato a fare un po' di tutto, come prima, ma questa volta i fumetti mi accompagnavano sempre. ormai il morbo era dentro di me. Lavoravo e intanto preparavo pagine e storie e dossier. E ecco, piano piano, le cose sono andate nella direzione che volevo. Il lavoro mi ha permesso di essere pronto ad uno di quei casi della vita che uno pensa magici, ma che sono semplicemente il frutto di quello che fai. E l'ideazione di una serie in una settimana, e la pubblicazione del primo albo di Umberto Mistri con la Rivista Aeronautica. Poi il secondo, ora il terzo. Il mio nome che comincia (poco...) a girare, qualcuno che si accorge di me, la determinazione che sempre non mi abbandona. i progetti che si concretizzano, i colloqui, le lettere.
    Non sono arrivato, che la strada è lunga e non si è arrivati finché il respiro ci accompagna e la matita segue fedelmente quello che la testa le comanda.
    Però è un buon inizio.

    Leggere le considerazioni di Foolys mi ha portato a scrivere di getto questa bella pappardella che avete (forse...) letto. Per quello che vale io la penso esattamente come lui.
    Perché sono dell'idea che CHIUNQUE possa imparare a disegnare. Che chiunque possa imparare a raccontare, che il talento non serve a nulla se non è supportato dalla volontà di compiere delle azioni e che il lavoro paga. E che si possa fare cose straordinarie nel più piatto ordinario.
    E che la testa, il cuore e l'applicazione contano molto più della mano.


    E per finire una cosa per sakkina: ragazza, col carattere e la determinazione che ti ritrovi sbatterai contro un sacco di porte, ma francamente mi riesce difficile pensare che tu non ce la possa fare, e alle tue condizioni.
     
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  6. cozzaro nero
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    EX disegnatore bonelli e disegnatore per rivista di aeronautica ... ma non ci siamo conosciuti a prato qualche anno fa al concorso della fiera per fumetto io ero quello che tu dicevi che ero stato eliminato al ballottaggio per una questione di punti il fumetto a colori era una banda di topastri che faceva una rapina ...beh in quel caso sono ancora in giro e mi chiamo COZZARO NERO se no in caso contrario sono ancora COZZARO NERO ciao
     
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  7. Slammy Sjoth
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    CITAZIONE (sakkina @ 24/3/2008, 00:34)
    cmq va chiarito cosa si intende per andare incontro al pubblico^^

    Ovviamente mi riferivo al modo, al metodo di comunicazione. Ci sono persone che vogliono stare talmente fuori dagli schemi che quel che fanno, il pubblico, non riesce a comprenderlo, perché è spiegato in maniera talmente personale, talmente fuori dal mondo e rinchiusa nell'universo dell'autore che per forza non viene visto.
    Poi, se riesci ad essere originale e riesci comunque a comunicare tranquillamente col pubblico, i miei complimenti! ovviamente il mio è solo un esempio in extremis... Mi hai un po' tirato fuori questo discorso per la tua testardaggine, ma secondo me è bane averla, visto che sono più o meno del tuo stesso parere in merito.
     
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  8. fw190
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    No cozzaro nero, non ero io. Evidentemente non sono l'unico che si è fatto buttare fuori dalla Bonelli...
    :banlama:

     
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  9. Perplitudine
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    Avevo scritto un post su questo tema ma accorgendomi poi
    che meglio che
    non lo scrivo di getto
    che poi
    non si capisce niente
    e mi creo solo dei problemi
    ci sto riflettendo.
    hmmmh

    Perply
    ___

    ok allora lo ripristino, l'avevo ancora in buffer
    eccolo qua, con alcune modifiche
    scusate le gran scene :)
    questo testo non esprime esattamente quello che vorrei esprimere
    ma a momenti alcuni elementi di quello che vorrei esprimere ci sono
    sottolineo non offendetevi, e` solo la mia confusione
    nel cercare di capire la mia direzione
    figuratevi se io devo giudicare o etichettare chiunque
    cioe`, io chi? chi sarei io per giudicare chiunque?
    una confusa ex-liceale che da un lato ha il cervello pieno di concetti astratti dall'altro la consapevolezza che la vita e` molto piu` complessa e cerca di capire cosa fare della sua... appunto vita
    e` che viviamo in un universo davvero strano:)
    ___

    Sono dei discorsi complessissimi, questi, perche` lo e` anche il fumetto.
    E io con il fumetto ho un rapporto molto strano, alle volte conflittuale, ma ci tengo a sottolineare subito che lo trovo uno dei mestieri/medium/arte/lavori/linguaggi ecc. piu` difficili e piu affascinanti, nonostante tutti i miei dubbi sull'industria, serialita`, ecc.


    Gia` il titolo di testo di Foolys e` interessante, mi ricorda un altro articolo che gira in rete
    "You probably suck" di Robert Kirkman
    con varie differenze , ok, tra le quali un'importantissimo punto a favore di Foolys - quale si ricorda di aggiungere che cmq vale lo stesso la pena continuare perche` magari al di la` del discorso lavorativo ha il senso raccontare quello che si ha da raccontare al mondo, che e` importante
    perche` se no il fumetto si riduce veramente ad un industria competitivissima, neanche artigianato! dove o ce la fai, o sei gentilmente invitato a lasciar perdere.

    (Io trovo agghiacciante che qualcuno riesce a dire a qualcuno direttamente "lascia perdere del tutto"... cioe` ok magari ti trovi davanti qualcuno convinto di starcela faccendo e che invece nn sta facendo le cose pratiche necessarie e gliel'ho poi dire, che deve sforzarsi di piu`, o qualcuno che sbaglia direzione, o qualcuno che magari ecc., ma dire a qualcuno, e soprattutto succede se non ti inquadrano giusto per la manodopera nel fumetto comunamente concepito, cioe` se non riescono ad inquadrarti, ecco.. vabbe` penso che e` una responsabilita` troppo grande dire a qualcuno cosa fare della propria vita... si sa mai.. e non mi riferisco qui a Foolys, chiaramente)

    Chiudo questa digressione e vado ad aprirne altre... Che complessita` d'argomento! Ok, sono apprezzabili i "wake up call" di Foolys perche` effettivamente l'esercizio e il lavoro sono la chiave di tutto, e anche il contesto editoriale va capito, perche` e` con quello che ci si interagisce. Poi ognuno trova una propria strada, o va da editori grossi seriali che gli danno o fanno sperare di dare, delle certezze, o si adegua a piu` editori diversi e/o fa dei progetti veramente propri, o, come fw190, trova il coraggio e la creativita` di crearsi le opportunita` da solo pubblicando per le riviste non di fumetto, ecc.

    Cioe` uno puo` addattarsi di piu` o ribellarsi di piu`, ma il contesto va capito. Perche` non si puo` prescindere.

    Io sto cercando di fare questa cosa ma tante cose ancora mi sfuggono, soprattutto trovandomi in Italia, dove le possibilita` mi sembrano un pochino limitate, cioe` nel senso in Canada e negli Stati Uniti per esempio hai degli editori piccoli che pero` hanno un mercato nicchia di lettori anche internazionalmente e aprono le possibilita` che per la graphic novel (che va di moda in questo momento) che per serializzare una propria idea , anche insolita (cioe` per i criteri italiani). Cioe` tipo la Slave Labour Graphics di cui albi leggevo anch'io, anche prima di tuffarmi nel mondo di fumetto, e in Italia. Leggevo per esempio il loro fumetto Johnny the homicidal maniac che parla di un ventenne antieroe che uccide chiunque gli sta antipatico, ed e` una storia molto piu` "fuori" di qualsiasi cosa che esce in Italia, ma allo stesso tempo e` superironica, fresca e contemporanea, con uno stile adatto alle nuove generazioni dei darkettoni e in generale al target .. che ne so.. cioe` piu` contemporaneo e` ... urbano? cosmopolitano?.. cioe` ecco e` una proposta editoriale meno cafona di alcune altre che non voglio nominare, ma rimanendo allo stesso tempo una storia morbosa e spinta ehm... e cosi` anche alcune altre altretanto darkettone ma meno morbose serie tipo Gloomcookie.

    Eh, avevo un periodo dove gli unici fumetti che leggevo, a parte l'occasionale Dylan Dog o Alan Ford che prendevo quando mi toccava passare delle ore in segretaria della universita`, erano questi fumetti underground statunitensi darkettoni. Che notavo sempre per lo stile, l'intelligenza, l'aggiornatezza, non cafonaggine, non nerditudine (almeno non nel never-left-thebedroom-doesn't-talk-to-girls senso yknow? ehm...)

    Dico underground ma considerate che l'autore di Johnny the homicidal maniac, Jhonen Vasquezpoi ha avuto una serie per la Nickelodeon, che vabbe`, non e` durata, ma fa niente, e che la SLG adesso fa i fumetti sui personaggi della Disney
    (Newsarama articolo, sito SLG pagina prodotti Disney licenza).
    Cio` per dire che l'innovazione e la mega-commercializzazione non sono necessariamente due cose opposte se il mercato e le azienda hanno un approccio vivace e aggiornato.

    In Italia invece, ne c'e` una varieta` di piccoli editori, ne una varieta` di nicchie di letori (quelli vanno coltivate, pero`), ne si e` vivaci e aggiornati, editorialmente. Ok, forse e` vero quello che dice qualcuno che "in Italia non si legge" anche se a me nn sembra, cioe` per quanto riguarda i libri pare che si legga. Poi boh. Ok, il mercato e` numericamente piu` piccolo di quello statunitense.

    Ma credo che il vero problema siano le case editrici che non solo non vogliono rinnovarsi ma impigriscono il lettore che si abitua alla sua dose mensile di un certo tipo di fumetto e basta. Cioe`, certo che forse la colpa non e` di chi riesce di catturare l'immaginario collettivo ma di chi non (anche se bisogna capire quanto spazio c'e` per le alternative, in Italia, se consideriamo la situazione della distribuzione, quale, purtroppo, non conosco abbastanza bene). E` solo che il clima che si e` creato non conviene, alla fine, a nessuno. C'e` un gap enorme tra la cultura contemporanea dei big spender (giovani, precari, designer, pubblicitari, creativi, middle age single, ecc). (ok, che la cultura in generale sia rovinatissima dalla tv non aiuta nemmeno). Il fumetto e` sempre piu` autoreferenziale ecc.

    Purtroppo il fumetto francese ancora non lo conosco ma dovro imprararlo a conoscere. E capire meglio anche il fenomeno manga.

    Certo che se il discorso si ferma qui sono solo le scuse comode per chi non vuole sbattersi, e le scuse non servono a niente.

    Si, bisogna capire come diventare bravi e come applicare nel modo giusto, editorialmente, la propria bravura.

    Solo che una situazione come quella italiana non aiuta, perche` ci si perde. E credo che una gran parte di casi elencati da Foolys e` gente persa, che non capisce piu` bene cosa deve fare, dove mettere le proprie energie. Perche` quando escono dalla scuola di fumetto poi gli aspetta la devastazione, un mondo che non c'entra ne con il fumetto cosi` come e` insegnanto a scuola ne con come potrebbe essere. E il lavoro da fare e` enorme, affrontabile solo se si ha le idee chiare per potersi organizzare e gestire le energie, se no e` impossibile, sembra di dover fare tutto allo stesso tempo. Cioe` io sono al terzo anno di una scuola di fumetto ed e` questo che ho notato, dal lato di allieva.

    Ok, poi, anche c'e` tanta superficialita` in giro... cioe` gente che un po` cresce con il quasi feticcio del fumetto, e vogliono far parte di questo favoloso mondo ma poi senza idee precise di perche` e cosa significa. Ovvio che poi non s'impegnano e non hanno successo.

    Uh... e` che ti cade addosso cosi` tanto da imparare, dalla anatomia, alla prospettiva, la narrazione, la composizione,...ecc. che, se non sai precisamente perche` lo stai facendo, ti perdi e demotivi.

    E cmq ... sono combattuta sulle varie questioni che riguardano il stile/mestiere/arte, non so neanche da dove cominciare.
    Ok, e` importante sottolineare che i prof che ho preferito erano quelli che invece di dirmi "il tuo stile e` cosi`, non importa che non sarai mai precisa/o che ne so" mi dicevano "tu puoi/devi/ti_sarabbe_utile imparare un po` TUTTO". Perche` mi hanno ispirata ad affrontare i miei limiti e superarli, espandere di brutto i miei orizzonti. La cosa della ispirazione, stile proprio, ecc. e` che una enorme benedizione che una grande trappola, perche` puo` succedere di entrare in un loop/ciclo vizioso dove ricevi dei complimenti da un giro piccolo o grande che sia ma non progredisci e rimani imprigionato a un certo livello, che, se e` parecchio basso puo` impedirti di non solo trovare lavoro ma anche di raccontare le proprie storie per come meritano.

    Di fumetto mi spaventa per la sua estrema serialita`. Cioe` anche in altri ambiti iper commerciali e consumistici, tipo la tv, difficilmente si trascina (se non e` proprio una soap opera) uno stesso titolo per cosi` tanti episodi come il fumetto seriale. E questi titoli appartengono non al autore ma alla casa editrice, che per soddisfare la... dipendenza? del lettore deve trovare la manodopera capace di consegnare nel tempo limitato i numeri che hanno l'aspetto al quale il lettore si e` abituato.

    Io questo lo capisco (relativamente) ma mi spaventa.

    Forse perche` non sono stata mai una vera lettrice convinta del fumetto seriale, quale per me non ha rappresentato quella fuga, alternativa alla quotidianita`, mitologia contemporanea come per esempio e` stato per che ne so Alan Moore. Quindi la logica mi sfugge. Non so, devo capirlo. Devo capire le mitologie urbane che sono il fumetto seriale, la loro vera logica, il senso, le dinamiche, economiche e dell'immaginario.

    Alle volte invece, pesimisticamente ma credo senza arroganza, trovo che quel tipo di serialita` ha un che di feticcismo e pericoloso, cioe`, impigrisce i cervelli, programma i gusti, che ne so, il rischio e` di massificare il gusto, ... non so... il prodotto diventa/rimane uno strumento per soddisfare dei bisogni abbastanza base e pulp, che ok, puo` esistere, ma allora io non ho ragione per esserci, nel fumetto.

    Cioe` una parte di me vorebbe usare questo stato di cose per tentare una operazione di subvertising, cioe` fare un fumetto ipercommerciale ma che sotto sotto sovverte le regole e rinnova/provoca l'immaginario collettivo...

    Ma poi mi accorgo che forse non sarei in grado, che non e` il genere di idee che a me mi vengono, che io, diciamocelo, sono piu` intimista, piu` sensibile al dettaglio e al sentimento,./... piu` romanziera.

    Io speravo che il fumetto sarebbe una possibilita` di uscire dalla linearita` del linguaggio (language is a virus) quale ci ingabbia negli stereotipi di ogni singola cultura e modi di pensare, che combinare le immagini con le parole avrebbe aperto mille possibilita` di un pensiero piu` hyperlinked e piu` laterale, ma non sono poi cosi` sicura.

    Non so.

    Forse semplicemente ho dei complessi perche` i miei idoli d'infanzia erano gli scrittori dei romanzi e adesso non mi sento all'altezza. Ho 30 anni e non ho pubblicato ancora un mio romanzo. Forse il problema e` che non sono una disegnatrice vera, ma una a chi piace raccontare che poi ha imparato anche a disegnare (ossia, sta imparando). Anche se pure il disegno mi ha sempre seguito, un po` a distanza, nella vita.

    Alan Moore ci ricorda, a modo suo, che usare le immagini e parole e un atto di magia potentissimo, alchimicissimo. E` un atto che richiede responsabilita`.

    Ok guadagnarsi da vivere, e se va "bene", faro` anch`io delle cose che non mi convincono fin in fondo per poter vivere del disegno/scrittura, ma mi chiedo, e cosi` meglio fare i fumetti che non ci appartengono minimamente da lavorare in pubblicita`?

    Non e` brainwashing ugualmente?

    Cioe` non stiamo sfruttando in tutti e due i casi la nostra "forza" per rafforzare la magia/alchimia/volonta`/ecc di un'altro e spesso quest'altro e una azienda, alle volte multinazionale, o la logica del immaginario consumistico in quanto tale?

    Spero di non risultare arrogante ne offendere nessuno. Cioe`, sono i miei sensi di colpa che parlano. Le mie paranoie e le mie menate. Magari invece mi divertirei un mondo a disegnare le cose anche seriali, o scriverle, basta cambiare stile ogni tanto? O no? O vivro` di illustrazione... Che ne so...

    Chiaro che c'e` di geniale in tutto e di banale dove meno te lo aspetti, anche nelle cose che costano milliardi di chi sa cosa. Anche la pittura, dopo essere stata mezzo di propaganda per la chiesa e diventata pian piano un oggetto di lusso per i ricchi borghesi. Ma il novecento nella sua follia geniale ha reso possibile dei momenti di grande liberta` e grande ricerca quali mi hanno formato.

    Sono cresciuta leggendo libri e sfogliando delle monografie storie di pittura e questo mi ha aperto mille possibilita` in piu` della stra maggioranza dei fumetti che ho mai letto [UN ALTRO EDIT:(ma alcuni fumetti invece mi hanno dato tantissimo e aperto molte porte quindi... poi consideriamo che anche una gran parte dei libri "senza disegni" e pittura sono... beh... insomma... non un granche`... e poi, ok capisco la logica di chi vuole il suo fumetto seriale cioe` ok e` comprensibile, e` legitimo, e capisco che produrre un fumetto seriale innovativo e che funziona allo stesso tempo e` difficilissimo..)]

    uh ok adesso sembra che odio il fumetto

    non e` questo il punto

    non voglio essere ne snob ne classista

    anche se noto che nella cultura popolare anzi di massa (di cui il target sono le masse cioe` il cosidetto uomo comune creato da questo sistema di sfruttamento e ignoranza e brainwashing) c'e` un po` troppo ... il discorso di... cioe`... uno vole che il suo divertimento/arte gli dia delle emozioni gia` sperimentate e vuole essere magari anche impressionato da "come e` fatto bene questo disegno/fumetto/ecc/" cosi` puo` sentirsi meno di merda perche` quel artista la` non deve lavorare in fabbrica e lui si. Invece uno di classe piu` agevolata, che e` stato esposto a dei stimoli culturali piu` variegati e che non deve andare in fabbrica domani mattina dopo aver visto la mostra o letto il fumetto non ha bisogno di essere convinto che l'artista MERITA DI NON ANDARE IN FABBRICA DOMANI PRESTO quindi non fa dei commenti tipo "questo potevo farlo anch`io"

    quello che cerca e` l'idea, la sorpresa, la emozione nuova, un passo avanti, un passo di lato, un capovolgimento, ispirazione, e non gli importa un gran che se l'artista e` riuscito a ottenere cio` in 5 minuti di getto o lavorando duramente per tutta la vita

    Pablo Picasso era figlio di un artista, ha disegnato da quando era piccolo, e per certi versi le sue opere piu` "figurative" sono le mie preferite, ma nel novecento c'e` stato fior fior di artisti che hanno rivoluzionato il modo di vivere arte senza lezioni di anatomia, prospettiva ne niente.

    In quel secolo e` cambiato proprio il rapporto artista-consumatore... cioe` ci si aspetta che chi osserva ci mette di sui e compartecipa nel atto creativo, interprettando e vivendo l'opera

    Pero` su questo si aprono cosi` tanti capitoli che meta` basta, che sul arte che sul Arte che sulla Magia che sulla scienza che sulla storia che sulla pubblicita` e marketingocrazia... un giorno lo scrivero`


    E` piu` importante una macchia piena di significati, un gesto che respira musica, che mille trattini meccanici gia` visti.

    Ed e` abbastanza improbabile che uno dopo una vita di essere stato un 'metalmeccanico di fumetto/disegno/racconto' sviluppi un giorno un proprio stile. Lo sviluppo del proprio stile passa si per , volendo, le tecniche, perche` tornano utili, ma anche per lo sviluppo della tecnica fondamentale - quella della comunicazione, quella della magia, quella del simbolo, del immaginario, del punto di vista, del essere al mondo e come esserlo, del essere se stesi.

    Che non vuol dire "disegnare un po` strano".

    Anzi, cioe` non tollero necessariamente, anche se sopra sembrava, l'idea che la tecnica e ispirazione siano nemici, anzi , direi che e` piu` una concezione di chi dice "prima impari la tecnica piu` ti esprimi".

    Per me ogni esercizio e` un viaggio, uno strippo, una lezione che al livello personale che spirituale che artistico, mi svela un'altra sfaccettatura di questo universo in cui ci ritroviamo nascere, vivere e morire, e che grande mistero e "to be anything at all".

    E in particolare ultimamente mi sono sbattuta alla grande per superare i miei limiti, acquisire la precisione dove prima mi veniva solo il piu` rudo impluso, "realismo" dove prima ogni tratto era solo questo - un tratto, al interno della pagina, senza dover descrivere niente, ho imparato a disegnare campi medi...

    Ma mi rendo conto che se dovessi andare avanti solo cosi`, cioe` ad essere la mano che disegna delle cose a cui non ci tengo affatto, la cosa perderebbe decisamente senso subito.

    E ho capito anche che disegno molto di piu` e meglio quando sono in sintonia con quello che disegno (ed e` una cosa anche logica come sottolinea Laura Scarpa nel editoriale di uno dei numeri della Scuola di fumetto poi cerco quale).. non tutte le storie si possono raccontare allo stesso modo.

    Scott McCloud suggerisce di raccontare delle storie che ti piacciono perche` se vuoi dare al lettore quello che credi che vuole, competi che un mucchio di gente che disegna quel tipo di fumetto perche` veramente gli piace, e saresti svantaggiato.


    E poi, e` vero che anche da scrivere romanzi come ti piace davvero difficilmente ci si vive, ma almeno e` considerato comprensibile scrivere romanzi per condividere il proprio punto di vista sul mondo, anche se poi fai fatica a campare

    forse non e` nemmeno cosi` diverso dalla situazione dei fumettisti che, come Foolys, fanno alcuni lavori su commissione, cercando di farli anche bene, e poi ogni tanto una storia tutta loro, cosi` magari c'e` chi campa facendo il giornalista o scrivendo le fiction o sitcom e poi scrive anche dei romanzi dei quali non campa (specialmente se fa parte di una “letterattura piccola” cioe` per esempio linguisticamente)


    Vabbe` questa e` un pezzo di testo piu` sconclusionato che ho mai scritto nella mia vita
    e` contradditorio perche`

    anche le mie opinioni su tutto questo sono contradditorie

    anche a me capitava di leggere Zagor e Dylan Dog e Alan Ford
    l'altro giorno sfogliavo un libro di "dietro le quinte" alla Disney e sono rimasta sballordita
    forse il punto non e` tanto il chi e` artista chi artigiano chi operaio della creativita` quanto cos`'e` mestiere cosa arte cosa industria
    e non e` un giudizio di valore, capacita` o merito

    ma di logiche produttive
    di soldi
    di tempo che hai a disposizione
    ecc

    boh

    CONTESTUALIZZARE e` la chiave

    e no, un fumetto di Kirby non e` equivalente a,,, Maus
    e non per cattiveria
    e non perche` Kirby e` meno figo
    e non perche` vorrei mettere su piedistallo la graphic novel

    ma perche` ... al di la di "valido" , "fatto bene", "rivoluzionario"

    bisogna ragionare su diversi linguaggi che esprimono diversi messaggi
    in diversi contesti in diversi modi per diverse ragioni
    con diversi livelli di universalita` ecc
    non riesco ad esprimermi spero un giorno di formulare
    quello che intendo dire

    e almeno Kirby ecc. erano gli inventori
    che si sono creati un mondo/lavoro/linguaggio che prima nn esisteva

    cosa dire di quelli che oggi ripetono i loro stilemi?

    mah

    a me alle volte sembrano piu` assurdi di un falegname
    sembrano dei operai in fabbrica delle sedie, altroche` mestiere

    non tutti, non sempre
    e magari sono anche delle persone capaci e creative

    non so, ogni giorno mi sveglio con idee contradditorie

    ci sono le giornate quando manderei il portfolio alla Bonelli (o mi ci preparerei per poterlo fare, che non sarei ancora abbastanza brava in realta`)

    altre quando racconterei solo le mie storie a mio modo

    indubbio e` solo che devo diventare brava, e che non lo sono ancora abbastanza

    e che devo imparare anche a campare, quindi capire il capitalismo, l'editoria e dintorni

    boh

    adesso torno a disegnare che ultimamente ci tengo a quello
    cioe`
    a disegnare il piu` possibile senza farmi distrarre
    e gia` ho passato delle ore a scrivere questo post

    non arrabbiatevi
    non voglio offendere
    prendetelo come messaggio di un alieno
    d'un altro pianeta che capita
    per caso nel mondo fumettistico
    e ci rimane
    ma non lo capisce del tutto


    spero di non crearmi dei nemici

    eh

    boh

    e che ne so

    che mondo strano

    a dopo

    Perply

    Edited by Perplitudine - 25/3/2008, 17:20
     
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  10. fw190
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    In ciò che leggo di Perplitudine ci sono molti punti importanti e spunti di riflessione, mi limito a ribattere con un piccolo esempio che però può chiarire un po' come la penso:
    Tutti abbiamo chiaro cosa sia lo sport. In una partita di calcio, si può tranquillamente dire che non si possa mai vedere un'azione come una che già si è vista. Così come è evidente che esistono dei giocatori che sono dei veri geni. E non si faticherà a trovare tra i propri ricordi azioni e emozioni fenomenali che non dimenticheremo mai. Eppure si gioca in un campo che ha sempre le stesse misure, undici contro undici, con delle regole che sono per tutti uguali, e sebbene se ne discuta, nessuno ha mai pensato di togliere quelle regole che sono lo sport del calcio stesso.
    Perply parla dell'arte moderna come superamento di ogni limite, e ha ragione, io per esempio amo incondizionatamente Pollock. Ma l'arte è andata avanti per secoli con delle regole, che regolarmente qualcuno piegava al suo genio, e spostava in avanti. Ma il novecento è stato il secolo del tutto è possibile, e l'arte ecco, non ha più regole. Ma cosa è diventata?
     
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  11. foolys
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    non rispondiamo però a questa domanda qui, al massimo si apre un bel topic nuovo (anche se sinceramente sappiamo che parlare di arte nel senso stretto del termine non porta da nessuna parte e si creeranno come sempre fazioni convintissime di avere la risposta che non esiste), ok? :)
     
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  12. Perplitudine
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    CITAZIONE (foolys @ 25/3/2008, 16:12)
    non rispondiamo però a questa domanda qui, al massimo si apre un bel topic nuovo (anche se sinceramente sappiamo che parlare di arte nel senso stretto del termine non porta da nessuna parte e si creeranno come sempre fazioni convintissime di avere la risposta che non esiste), ok? :)

    Infatti, la parentesi dell'arte e` solo relativamente sensata in questo contesto.
    Cioe` alla fine dipende tutto da che senso uno da alle parole.
    Ma alla fine sono solo quello - parole, ed e` piu` facile che ci dividano che fanno intendere, quindi dell'arte semmai possiamo parliare un'altra volta in un'altro topic, con calma.

    Per le altre cose... boh.

    Devo esprimermi meglio.
    Scusate se vi ho fatto rispondere a qualcosa che poi ho tolto.
    E` che avevo scritto un flusso di coscienza assurdo che facevo fatica a seguire anch'io e troppo fraintendibile, non ha senso offendere delle persone perche` si scrive di fretta.

    ...
     
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  13. fw190
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    Si, certo, la mia, nel contesto della risposta, era una domanda retorica.
    Perply, non mi sembra che offendessi nessuno, magari rivedilo, ma ti invito a postarlo nuovamente. ciao
     
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  14. kettyformaggio
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    No Perp,ly, era molto interessante!! Peccato tu abbia cancellato.
     
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  15. Perplitudine
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    CITAZIONE (kettyformaggio @ 25/3/2008, 16:38)
    No Perp,ly, era molto interessante!! Peccato tu abbia cancellato.

    Grazie.
    Ho ripristinato, con alcune modifiche.
    Spero non sia troppo fraintendibile.
     
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133 replies since 22/3/2008, 15:22   5161 views
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